mercoledì 1 Ottobre 2025
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Venezia

Crisi al La Fenice: l’Orchestra chiede revoca Venezi.

La recente nomina di Beatrice Venezi a direzione musicale del Teatro La Fenice ha innescato una profonda crisi di fiducia e sollevato interrogativi sostanziali sul futuro artistico e reputazionale dell’istituzione.
Un comunicato formale, redatto e firmato dalle professoresse e i professori d’orchestra, ha espresso con chiarezza e fermezza la richiesta di revoca, motivata da preoccupazioni profonde che trascendono la mera questione economica.

La lettera al Sovrintendente Nicola Colabianchi non si limita a denunciare le immediate conseguenze negative – la precipitosa perdita di abbonamenti da parte di un pubblico storico, testimonianza tangibile del danno d’immagine subito dal Teatro – ma evidenzia una frattura più ampia, una messa in discussione dei valori fondanti che hanno reso il La Fenice un tempio dell’opera riconosciuto a livello globale.

L’orchestra, cuore pulsante del Teatro, si percepisce tradita.

Il pubblico fedele, merce rara nel panorama culturale contemporaneo, è il frutto di anni di dedizione, di superamento di ostacoli e di costruzione di un rapporto di fiducia reciproca.
Sacrificare questa fiducia sull’altare di una scelta percepita come non allineata con gli standard di eccellenza e prestigio internazionale, appare agli orchestrali un errore strategico di gravissima portata.
La questione, tuttavia, si rivela ben più complessa di una semplice valutazione artistica.

Il comunicato sottintende una profonda disillusione nei confronti della leadership del Teatro, suggerendo un deterioramento irreversibile del rapporto tra l’Orchestra e il Sovrintendente.

L’incapacità di riconoscere in Venezi la figura capace di guidare l’istituzione riflette una perdita di fiducia più ampia, un allontanamento tra i vertici e il corpo artistico che ne fa sentire le conseguenze negative.
La lettera rappresenta, in definitiva, un campanello d’allarme, un grido di allarme che mette a nudo una situazione critica.
Non si tratta solo di contestare una nomina, ma di interrogarsi sul futuro del Teatro La Fenice, sulla sua identità artistica e sulla capacità di preservare il suo ruolo di eccellenza nel panorama culturale internazionale.
La richiesta di revoca è l’espressione di un desiderio di ritorno ai valori che hanno reso il La Fenice un simbolo di arte e cultura, e una richiesta di una leadership in grado di incarnare e difendere tali valori.

Il futuro del Teatro, ora, poggia sull’eco di questa voce.

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