Domani, forse.
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: Un Viaggio nell’Essenza del Paesaggio in Davide PegoraroLa mostra personale di Davide Pegoraro, aperta al pubblico presso Ad Dal Pozzo Galleria d’Arte a Padova fino al 31 gennaio 2026, si intitola “Domani, forse.
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Un titolo evocativo, mutuato da una missiva di Claude Monet del 1925, che introduce lo spettatore in un universo artistico intriso di contemplazione, memoria e un’inquietudine sospesa tra attesa e incertezza.
Pegoraro, artista padovano formatosi all’Accademia di Belle Arti di Venezia (laureato nel 2023) e riconosciuto con il prestigioso PrismaArtPrize nel 2025, presenta un ciclo di quindici opere su tela, un viaggio visivo nel cuore di un paesaggio filtrato attraverso la sensibilità di un artista profondamente legato alla natura.
Non si tratta di una rappresentazione fedele della realtà, bensì di una trasfigurazione, di una rielaborazione intima e personale.
Le tele di Pegoraro, apparentemente immerse in una dimensione vegetale, rivelano una ricerca estetica che attinge a un immaginario radicato nella tradizione pittorica europea, in particolare quella francese.
Si percepisce un’eco dei grandi maestri, ma filtrata attraverso una visione contemporanea, attenta alla fragilità e alla mutevolezza dell’ambiente naturale.
Il paesaggio dipinto da Pegoraro è un luogo di silenzio, un palcoscenico dove alberi, arbusti, corsi d’acqua e persino la presenza discreta di insetti – piccoli segni di vita, presagi di rinascita – dialogano in un linguaggio primordiale.
Non si tratta di un presente statico, ma di un continuo divenire, un’evoluzione silenziosa che si dispiega nel tempo.
Gli spazi vuoti non sono assenza, ma potenzialità, luoghi di passaggio, di trasformazione.
“Un quadro è come una direzione misteriosa che si apre al di là di me,” afferma l’artista, sottolineando come il processo creativo sia un inseguimento, un tentativo di cogliere un’indicazione che proviene da una fonte esterna.
Pegoraro descrive il proprio lavoro come un equilibrio precario tra forze opposte, un confronto tra realtà tangibili e un orizzonte indefinibile che guida la composizione.
Questo orizzonte, lungi dall’essere una linea di demarcazione, rappresenta un invito a trascendere i limiti della percezione immediata, a proiettarsi verso un “altrove” desiderato.
Il titolo della mostra, “Domani, forse.
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“, riflette questa tensione tra aspirazione e concretezza, tra la speranza di un futuro migliore e la consapevolezza delle incertezze che lo caratterizzano.
La citazione di Monet, un artista che ha dedicato la sua vita a catturare la mutevolezza della luce e del colore, si configura come un’eco di questa condizione umana, sospesa tra il presente e la promessa di un domani incerto.
La mostra di Pegoraro non è semplicemente una presentazione di opere d’arte, ma un invito a riflettere sulla nostra relazione con la natura, sulla fragilità del nostro mondo e sulla necessità di guardare al futuro con speranza, pur consapevoli delle sfide che ci attendono.








