domenica 14 Settembre 2025
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Ferdinando Palasciano: Un Medico Ribelle e l’Umanesimo Dimenticato

L’Eredità di un Medico Ribelle: Ferdinando Palasciano e il Respiro dell’UmanesimoIl romanzo “Di spalle a questo mondo” di Wanda Marasco, vincitore del Premio Campiello 2025, ci introduce a una figura complessa e profondamente attuale: Ferdinando Palasciano, medico ottocentesco napoletano, un precursore di un’etica medica che riecheggia la figura di Gino Strada.
Marasco, profondamente commossa dalla sua storia, lo ritrae come un uomo di straordinaria visione, capace di incarnare un umanesimo applicato alla scienza, un bisogno impellente nel nostro tempo.
Palasciano, lungi dall’essere un eroe celebrato, fu un ribelle, un medico che sfidò le convenzioni sociali e le leggi del suo tempo curando indiscriminatamente i feriti, indipendentemente dalla loro appartenenza politica o sociale.

La sua capacità di vedere l’individuo al di là delle etichette, la sua ferma convinzione che ogni vita umana avesse diritto alle cure, lo portarono a una condanna a morte a Messina nel 1848.
Un atto di accusa contro una società intrisa di pregiudizi e violenza.

La figura di Palasciano è indissolubilmente legata a quella di sua moglie, Olga Pavlova Vavilova, una contessa tormentata da una malattia fisica e spirituale.

L’amore di Ferdinando, non solo medico ma anche compagno, si rivela una forza guaritrice, un’àncora in un mare di sofferenza.

Olga emerge come archetipo femminile, espressione della fragilità umana e della capacità di una donna di offrire compassione e guida.

È la personificazione dell’amore che riconosce la vulnerabilità, che abbraccia il dubbio e che trasforma la malattia in un percorso di crescita interiore.
Marasco, attraverso la narrazione della loro vicenda, esplora le profondità dell’animo umano, intrecciando follia, dolore, amore, morte e fragilità.

Napoli, la città natale dei protagonisti, si rivela un palcoscenico suggestivo, un microcosmo che racchiude le contraddizioni e le potenzialità dell’esistenza.
La torre eretta da Palasciano a Capodimonte, un monumento enigmatico che si staglia sul paesaggio urbano, diventa simbolo di un’aspirazione all’elevazione spirituale, un faro di speranza in un mondo segnato da oscurità.

L’autrice, autrice di opere classiche e teatro, si definisce un’outsider, desiderosa di preservare la purezza e la candore della scrittura, valori spesso compromessi dal clamore mediatico.

Il suo sguardo si volge verso il futuro, verso una nuova narrazione che darà voce a una donna dei nostri tempi, testimone degli eventi storici e delle trasformazioni sociali.
Un progetto ambizioso, che si affianca a un’eredità teatrale ancora in attesa di essere svelata, un tesoro di poesie e drammi che riflettono la sua profonda sensibilità artistica.
La storia di Ferdinando Palasciano e Olga Vavilova non è solo un romanzo storico, ma un monito, un invito a riscoprire l’umanità perduta, a coltivare la compassione e a rifiutare la disumanizzazione.
In un mondo dilaniato da guerre e ingiustizie, l’eredità di Palasciano risuona come un appello all’azione: curare l’altro, non solo nel corpo, ma anche nell’anima, perché solo così potremo salvare la nostra stessa umanità.

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