Nel turbinio di un’era segnata dalla proliferazione di narrazioni contrapposte, dalla manipolazione algoritmica e dalla precarietà della fiducia, Werner Herzog affronta una questione archetipica: la natura stessa della verità.
Il suo nuovo saggio, “Il futuro della verità” (Feltrinelli), si presenta non come un trattato accademico, bensì come un’esplorazione poetica e filosofica, intrisa del suo inconfondibile sguardo visionario.
L’autore, che sarà onorato a Venezia 2025 con il Leone d’Oro alla Carriera, a testimonianza del suo impareggiabile contributo al cinema, invita il lettore a superare la concezione riduttiva della verità come mera accumulazione di fatti verificabili.
Herzog non si accontenta di una verità razionale, ma ne persegue una dimensione estatica, un’epifania che emerge dalle pieghe dell’inganno, del mito e della memoria.
Il libro si articola attorno a una serie di racconti storici, come la cruciale battaglia di Qadesh, o l’inquietante caso dei presunti diari inediti di Adolf Hitler, ma anche attraverso reminiscenze personali e l’analisi di fenomeni contemporanei, specchio di un’epoca in crisi di orientamento.
Questi eventi, apparentemente distanti, diventano finestre su una verità più profonda, rivelando la fragilità del reale e la persistente ricerca di significato in un mondo in continuo mutamento.
L’approccio di Herzog è quello di un osservatore acuto e disincantato, che non teme di confrontarsi con l’ambiguità e la complessità dell’esperienza umana.
La sua scrittura, potente e suggestiva, non si lascia incatenare alle convenzioni stilistiche, ma si libra al di sopra delle mode letterarie, scavando con determinazione nel cuore dell’esistenza.
Come nel suo cinema, dove ha creato opere monumentali come “L’enigma di Kaspar Hauser” e “Fitzcarraldo”, Herzog dimostra di possedere una voce unica, capace di illuminare gli angoli più oscuri dell’animo umano.
“Il futuro della verità” si inserisce in un percorso editoriale che testimonia la versatilità e la profondità del pensiero di Herzog.
“Il crepuscolo del mondo” (2021), un racconto intenso e conciso, narra l’incredibile vicenda di Hiroo Onoda, il soldato giapponese rimasto isolato per decenni, intrappolato in un conflitto eterno.
“Ognuno per sé e Dio contro tutti” (2023), la sua autobiografia, rivela un percorso di vita segnato dalla povertà, dall’ambizione e dalla ricerca incessante di senso, narrato con la stessa miscela di epicità e ironia che contraddistingue le sue opere cinematografiche.
In questo nuovo libro, Herzog non offre risposte semplici, ma stimola una riflessione urgente sulla capacità dell’uomo di distinguere la verità dall’illusione, e sulla necessità di preservare la fiducia in un’epoca di profonda incertezza.