cityfood
cityeventi
venerdì 21 Novembre 2025

La Fenice: Un Messaggio di Maestranze, Tra Arte e Comunità

La prima della stagione 2025-2026 del Teatro La Fenice si apre non con l’ovazione prevista, ma con una dichiarazione solenne, un atto di presenza che risuona con una forza inaspettata.

Davanti alla maestosa facciata del Gran Teatro, in Campo San Fantin, le voci delle maestranze – orchestrali, tecnici, artisti – si levano, portate dalla voce di Emiliano Esposito del Coro, in un monologo che definisce il senso profondo di un’istituzione culturale come La Fenice.
Non un semplice teatro, ma un bene comune, un patrimonio che trascende l’individuale per incarnare l’identità di una città, di una regione, di un paese intero.

Il messaggio è chiaro: la vitalità di un teatro pubblico non può essere il risultato di imposizioni dall’alto, ma deve germogliare dal dialogo costruttivo, dal riconoscimento del merito e da una condivisione autentica di valori e obiettivi.

La musica, l’arte, la cultura in generale, non sono prodotti da sfornare, bensì frutto di un processo che richiede rispetto, ascolto e partecipazione attiva da parte di chi ne è artefice.
La decisione di rinunciare allo sciopero, dopo l’espressione di sostegno del Consiglio di Indirizzo alla direttrice musicale Beatrice Venezi e al sovrintendente Nicola Colabianchi, non è un atto di sottomissione, ma una manifestazione responsabile di volontà di dialogo.
La lettura del comunicato, inizialmente negata all’interno del teatro, assume così una valenza simbolica, un modo per portare il messaggio direttamente al pubblico, al cuore pulsante della comunità.

Le maestranze si mostrano, non dietro le quinte, ma in mezzo al pubblico, per permettere a tutti di vedere i volti e ascoltare le voci di chi, quotidianamente, con passione, competenza e dedizione, anima La Fenice.
È un invito a riconoscere il valore del lavoro, la fatica, l’impegno che si celano dietro ogni spettacolo, dietro ogni opera che risuona nell’imponente sala.
Si sottolinea l’amore profondo per questo teatro, la volontà che esso resti un luogo vivo, un crocevia di libertà, partecipazione e valori condivisi.

Un luogo dove l’arte trascende l’intrattenimento per diventare strumento di riflessione, di crescita, di connessione tra le persone.
La serata si conclude con una citazione di John Keats, un’epifania poetica: “La bellezza è verità.

La verità è bellezza.

Questo è tutto ciò che al mondo sapete, e tutto ciò che vi occorre sapere”.

Un invito a cogliere l’essenza profonda dell’arte, la sua capacità di rivelare la verità, di emozionare, di elevare lo spirito umano.

E, alla fine dello spettacolo, un gesto simbolico: lanciare in aria i volantini, disseminando la bellezza, la verità, nel cuore della città.

- pubblicità -
- Pubblicità -
- pubblicità -
Sitemap