Nel cuore della Pedemontana veneta, incastonato tra borghi suggestivi e alle pendici del Monte Grappa, sorge Possagno, un piccolo scrigno di arte e memoria.
Più che un semplice paese, Possagno è un esempio tangibile di come la bellezza intrinseca possa generare un’inestimabile eredità culturale, un intreccio fecondo tra genio creativo e impegno civile.
Qui, nel luogo natale di Antonio Canova, la sua figura non è relegata a un mero ricordo storico, ma si manifesta in un complesso museale che celebra la sua opera e il suo spirito innovativo.
La casa natale dello scultore, con i suoi arredi e i suoi dipinti, offre un’immersione intima nel mondo dell’artista, preludio alla scoperta della vera gemma del complesso: la Gypsotheca Antonio Canova.
Questa straordinaria collezione, la più vasta d’Europa, custodisce i modelli originali in gesso, le matrici da cui nacquero i celebri marmi che adornano i musei di tutto il mondo.
La sua costruzione fu opera del vescovo Giovanni Battista Sartori, fratello minore e fedele collaboratore di Canova, colui che si assunse il compito di preservare l’eredità dell’artista, culminando nella realizzazione del Tempio di Possagno, un Pantheon che domina il borgo.
La Gypsotheca, concepita come un’imponente basilica illuminata da maestosi lucernari, ha subito il peso della storia, subendo danni bellici e necessitando di restauri.
La sua trasformazione definitiva è legata alla figura di Carlo Scarpa, architetto veneziano che, a metà del Novecento, ne curò l’ampliamento e il riallestimento.
Questa fortunata coincidenza permette oggi ai visitatori di ammirare in un unico luogo non solo le opere di Canova, ma anche l’abilità di Scarpa, che con la riprogettazione della sala d’ingresso e della nuova ala ha saputo esaltare la purezza dei gessi canoviani attraverso la luce zenitale.
La relazione tra Canova e Scarpa si rivela un filo conduttore che si estende ben oltre i confini di Possagno.
A testimonianza di tale legame, l’Ala Gemin del museo ospita una mostra dedicata a Scarpa e alle arti la cui immagine della Biennale, esibendo opere e manufatti dalla collezione personale dell’architetto, un architetto di lunga data e collaboratore di Scarpa.
Questo intreccio si fa eco in altri luoghi dell’entroterra trevigiano, dove l’architetto trovava rifugio nella sua casa-studio di Asolo, un luogo di ispirazione e di riposo dalla fren fren fren fren fren fren fren fren fren fren fren un’ecco a testimoni di può e poi sulla a cui seguire sulla sulla sulla sulla sulla sulla sulla sulla sulla sulla sulla sulla sulla sulla sulla sulla sulla sulla sulla sulla sulla sulla sulla sulla sulla sulla sulla sulla sulla sulla sulla








