Il 17 ottobre, il sipario del Teatro La Fenice di Venezia si alzerà, non per la tanto attesa prima di *Wozzeck*, bensì per una vibrante manifestazione di protesta.
Orchestrali, cantori, maestranze e tutto il personale del prestigioso teatro, uniti nella rivendicazione, si ritroveranno in Campo Sant’Angelo per un concerto-dimostrazione aperto al pubblico, a partire dalle ore 17:30, l’ora in cui, in circostanze normali, l’opera di Berg avrebbe incantato il pubblico.
L’evento si colloca nel cuore di un acceso dibattito che vede contrapporsi la direzione del Teatro La Fenice e le categorie professionali, in seguito alla nomina di Beatrice Venezi a Direttore Musicale.
Questa decisione, percepita come non rappresentativa delle istanze del corpo artistico e tecnico, ha innescato un acceso conflitto che si traduce in uno sciopero di protesta.
L’appuntamento di Campo Sant’Angelo fa seguito a un importante momento di riflessione, previsto per le ore 15:00 presso il Parco di Villa Groggia.
L’incontro, promosso dal Nidil Cgil Venezia, intende focalizzare l’attenzione sulle complesse e spesso drammatiche condizioni di vita e di lavoro che affliggono le lavoratrici e i lavoratori del settore cultura e spettacolo.
Interverranno figure di spicco come Francesca Coin, autrice del saggio ‘Le grandi dimissioni’, che analizza i fenomeni di abbandono professionale, Marco Gnaccolini, sceneggiatore e drammaturgo, capace di raccontare con acume le contraddizioni del mondo del lavoro, Daniele Giordano, Segretario Generale Cgil Venezia, Roberta Turi, Segretaria del Nidil Cgil Nazionale e una rappresentante dell’associazione ‘Mi Riconosci?’, che si batte per la tutela dei diritti e la dignità dei lavoratori.
I segretari generali Daniele Giordano (Cgil Venezia), Nicola Atalami (Slc Cgil Veneto) e Gianfranco Rizzetto (Nidil Cgil Venezia) sottolineano con forza come il settore culturale e artistico rappresenti un motore trainante per l’economia veneta, un tessuto profondamente radicato nell’identità sociale e culturale del territorio.
I dati sono eloquenti: nella sola provincia, le lavoratrici e i lavoratori impiegati in questo comparto superano il terzo del totale regionale, una regione ricca di istituzioni culturali di rilevanza nazionale e internazionale.
Tuttavia, dietro questa facciata di eccellenza e prestigio si cela una realtà segnata da una diffusa e preoccupante precarietà.
I redditi delle lavoratrici e dei lavoratori sono spesso compromessi da un regime di giornate lavorative variabili, che oscillano tra un minimo di 175 e un ridotto numero di sole 53 giorni all’anno.
Questo scenario è spesso determinato dalla natura stessa delle professioni, ma più frequentemente è il risultato di un modello lavorativo caratterizzato da stagionalità, un eccessivo ricorso a contratti a termine, collaborazioni precarie, “partite IVA” abusive e collaborazioni mascherate da stage, strumenti che svuotano di significato il concetto di lavoro dignitoso e tutelato.
Le categorie professionali rivendicano con forza il riconoscimento del valore intrinseco delle loro competenze e l’inclusione nelle dinamiche decisionali che riguardano il futuro del Teatro La Fenice e dell’intera filiera culturale veneta.
Si tratta di figure professionali essenziali per la costruzione di un’economia diversificata e resiliente, un indotto ampio e vitale per l’Area Metropolitana, che necessita di essere valorizzato e sostenuto.
Il futuro della cultura veneziana passa dalla tutela e dalla dignità dei suoi protagonisti.