domenica 17 Agosto 2025
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Rigoletto all’Arena: un ritorno storico e un’emozione senza tempo.

Il sipario si riapre all’Arena di Verona per accogliere una delle opere più emblematiche di Giuseppe Verdi: *Rigoletto*.

A otto anni dall’ultima rappresentazione, l’allestimento storico, un omaggio visivo all’ingegno del primo scenografo areniano, Ettore Fagiuoli, fa ritorno, proiettando il pubblico in un universo drammatico di rara potenza.
L’opera, che segna il gran finale del 102° Opera Festival, rappresenta per Verdi un punto di svolta, una sfida artistica che lo vide superare le convenzioni del melodramma risorgimentale per abbracciare una profondità psicologica e una complessità tematica senza precedenti.

*Rigoletto* non è solo un capolavoro musicale, ma una tragedia che scava nell’animo umano, esplorando temi universali come la vendetta, il potere, la colpa e la redenzione.
L’opera, che si preannuncia densa di pathos e interpretazioni di altissimo profilo, si dispiega in quattro serate, dal 8 al 6 di settembre, offrendo al pubblico un’esperienza emozionante e coinvolgente.
La prima rappresentazione, l’8 agosto, vedrà protagonista Ludovic Tézier nel ruolo del protagonista, Rigoletto, figura complessa e tormentata, padre premuroso e buffone di corte.

Accanto a lui, Pene Pati, debutta nell’Arena nel ruolo del Duca di Mantova, incarnazione del fascino ambiguo e spietato, la cui voce, un gioiello del bel canto, esalta le più scintillanti pagine verdiane scritte per il tenore.

Nina Minasyan, la cui interpretazione di Violetta in *La Traviata* aveva già conquistato il pubblico areniano, ritorna per interpretare Gilda, la figlia di Rigoletto, una figura fragile e innocente, vittima di un destino avverso.

Gianluca Buratto, interprete di profonda vocalità, incarna Sparafucile, l’implacabile sicario, mentre Martina Belli, mezzosoprano di notevole talento, debutta nell’Arena nel ruolo di Maddalena, la sorella di Sparafucile, figura ambigua e seducente.

La potenza drammatica dell’opera è amplificata dal Coro maschile, preparato da Roberto Gabbiani, e dall’Orchestra di Fondazione Arena, diretta dal giovane e promettente Michele Spotti, che ha già dimostrato il suo valore con successi come *Turandot* e *Carmina Burana*, riscuotendo un plauso unanime.

L’allestimento, fedele alla visione originale di Ettore Fagiuoli, non è solo una ricostruzione storica, ma un atto d’amore nei confronti del teatro lirico italiano, una celebrazione della capacità dell’arte di superare i confini del tempo e di emozionare generazioni di spettatori, proiettando l’Arena di Verona, ancora una volta, al centro del panorama operistico mondiale.

Il ritorno di questo allestimento storico rappresenta un omaggio al passato glorioso dell’Arena, preservando la memoria di un’epoca e riproponendo al pubblico un’esperienza teatrale unica e indimenticabile.

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