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Ritorno a Pirano: Carpaccio torna a casa dopo la guerra.

Il 30 agosto segnerà un evento di profondo significato storico-artistico: il ritorno a Pirano, in Slovenia, della celebre *Pala della Madonna col Bambino e santi*, capolavoro di Vittore Carpaccio (Venezia, circa 1465 – Capodistria, 1526).

Quest’opera, che ha temporaneamente trovato rifugio in Italia, sarà accolta nuovamente nella Chiesa di San Francesco, completando un percorso segnato da eventi bellici e da atti di salvaguardia del patrimonio culturale.
Il ritorno non è un mero trasferimento di un oggetto d’arte, ma il coronamento di una complessa vicenda.

Prima della partenza, la comunità del Santo di Padova offrirà un commosso “Saluto a Carpaccio” nella Sala dello Studio Teologico.
Padre Antonio Ramina, rettore della Basilica, e Padre Luciano Bertazzo, del Centro Studi Antoniani, saranno presenti, insieme a Giovanna Baldissin Molli del Museo Antoniano, che illustrerà il dipinto e le sue peripezie.

Il contesto di questo ritorno è cruciale: durante la Seconda Guerra Mondiale, la necessità impellente di proteggere le opere d’arte dalle distruzioni spinse a misure straordinarie.
Nel 1940, la *Pala*, già collocata nella Chiesa di San Francesco a Pirano, che all’epoca rientrava nella Provincia religiosa del Santo, venne trasferita in Italia su impulso della Direzione Generale di Antichità e Belle Arti.

Questa istituzione, responsabile della tutela del patrimonio nazionale, si mobilitò per proteggere le opere a rischio in aree particolarmente esposte ai conflitti.

L’area del Veneto Giulia, del Friuli e dell’Istria, particolarmente vulnerabile, fu oggetto di una rete di salvaguardia organizzata.

Il conte Leonardo Manin mise a disposizione la sua villa a Passariano di Codroipo (Udine), che divenne un deposito sicuro per un vasto numero di opere d’arte provenienti da quelle regioni.

Dopo un periodo di permanenza a Villa Manin, il dipinto dovette essere nuovamente spostato, a causa dell’instabilità derivante dall’armistizio del settembre 1943.
La situazione politica e militare, con l’occupazione nazista e la repressione che ne seguì, rese precaria la sicurezza anche all’interno del territorio italiano.

I frati di Pirano furono arrestati e imprigionati a Trieste, accelerando il trasferimento della *Pala* a Padova, dove trovò rifugio nel convento del Santo il 29 ottobre 1943.
L’atto di restituzione, oggi, è il frutto di un impegno condiviso tra la Provincia Italiana di Sant’Antonio di Padova dei Frati minori conventuali e il Museo Antoniano.

Coincide con la visita ufficiale del Presidente della Repubblica Mattarella in Slovenia, un gesto simbolico che sottolinea l’importanza dei legami culturali e storici tra i due paesi e celebra il valore universale dell’arte come ponte tra le nazioni.

Il ritorno della *Pala* non è solo un adempimento di un dovere morale verso il patrimonio sloveno, ma anche un’occasione per riflettere sulla fragilità della bellezza e sulla necessità di proteggerla, testimoniando la resilienza della cultura di fronte alle avversità.

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