Si è concluso con un incremento del 6% nelle vendite di biglietti rispetto all’edizione precedente il sessantanovesimo Festival Internazionale di Musica Contemporanea della Biennale di Venezia, un evento che ha lasciato un’impronta profonda nel panorama musicale attuale.
L’entusiasmo del pubblico, in particolare un pubblico giovane e attento, si è tradotto in sold-out ripetuti, riscontrato e amplificato dalla significativa presenza di stampa italiana e internazionale, che ha unanimemente riconosciuto l’audace visione artistica del Festival, magistralmente orchestrata dalla direttrice Caterina Barbieri.
Il tema guida del Festival 2025, “La Stella Dentro”, ha rappresentato un’esplorazione originale e stimolante del concetto di “musica cosmica”.
Barbieri ha inteso questa denominazione non come la delimitazione di un genere musicale specifico, né come riferimento a una tradizione consolidata, bensì come una forza primigenia, un potere generativo intrinseco alla musica stessa.
Questa interpretazione ha guidato una programmazione ampia e dinamica, volta a restituire un’immagine vivida e multiforme del presente musicale, esaltandone la ricchezza, la diversità, l’inclusività e la capacità di trascendere i confini.
La ricchezza dell’evento si è manifestata in un caleidoscopio di voci e sonorità, che hanno saputo dialogare e interagire tra loro.
Figure chiave della musica elettronica, come Laurie Spiegel e Moritz von Oswald, si sono alternate a interpreti del minimalismo, quali Catherine Christer Hennix e il Dither Quartet.
Il suono ambient e sperimentale di Eliane Radigue, in collaborazione con Enrico Malatesta, ha creato atmosfere immersive, mentre il Coro della Cappella Marciana si è unito a Moritz von Oswald in un incontro inaspettato e suggestivo.
Il Festival ha inoltre promosso un’affascinante riflessione sui ponti tra passato e presente, mettendo in dialogo tradizioni musicali apparentemente distanti per stile, epoca e provenienza geografica, svelando così le loro connessioni profonde e inattese.
Dalla vibrante energia del collettivo boliviano Chuquimamani-Condori, Leone d’argento del Festival, ai ritmi ancestrali dei Los Thuthanaka, fino alla raffinata interpretazione del gruppo vocale Graindelavoix, il pubblico è stato invitato a un viaggio culturale senza confini.
La consegna del Leone d’oro alla carriera a Meredith Monk ha celebrato una figura di riferimento della musica contemporanea, mentre la presenza di Abdullah Miniawy ha introdotto sonorità evocative provenienti dal mondo arabo.
Il FontanaMix Ensemble ha dedicato un omaggio a Giacinto Scelsi, compositore di profonda spiritualità, mentre Ellen Arkbro ha offerto un’esperienza sonora rarefatta e contemplativa.
William Basinski, Aleksi Perälä, Fujiiiiiiiiiiiita, Maxime Denuc, Carl Craig, Sunn O))), Moor Mother ed Ecco2K hanno contribuito a delineare un orizzonte sonoro ampio e multiforme, che ha spaziato dalla musica antica alla techno, dal folk all’afrofuturismo, creando un mosaico di esperienze uniche e indimenticabili.
Il Festival ha rappresentato, in definitiva, una celebrazione della musica come linguaggio universale, capace di connettere persone e culture, di stimolare la riflessione e di aprire nuove prospettive sull’esperienza umana.








