giovedì 4 Settembre 2025
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Euro 5: Rinvio al 2026, nuove regole per le auto nel Nord Italia

L’approvazione di un emendamento al decreto Infrastrutture segna un punto di svolta nella gestione delle emissioni veicolari, con implicazioni significative per le regioni del nord Italia e per l’intera strategia nazionale di contrasto all’inquinamento atmosferico.

La decisione, accolta con favore dal Ministero delle Infrastrutture e dal Vicepremier Matteo Salvini, introduce una revisione dei termini imposti alle auto diesel Euro 5, originariamente soggette a limitazioni strutturali di circolazione a partire dal 1° ottobre 2025 nelle aree di Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna.
La nuova normativa posticipa tale termine al 1° ottobre 2026, concedendo un anno aggiuntivo per l’adattamento e offrendo alle regioni un margine di manovra nella pianificazione delle politiche ambientali.
Questo rinvio non è una semplice deroga, ma parte di un quadro più ampio che mira a bilanciare le esigenze di tutela della salute pubblica con le implicazioni economiche e sociali derivanti da restrizioni eccessivamente stringenti.

Un elemento cruciale dell’emendamento è la priorità conferita all’applicazione delle limitazioni di circolazione nelle aree urbane più densamente popolate.
Invece di concentrarsi su comuni con oltre 30.000 abitanti, la normativa impone la limitazione strutturale della circolazione nelle città che superano i 100.000 abitanti.
Questa scelta riflette l’urgenza di affrontare i picchi di inquinamento che si verificano nelle aree metropolitane, dove la concentrazione di veicoli e attività antropiche è maggiore.
Al di là del differimento temporaneo, la legge introduce una prospettiva orientata a soluzioni più flessibili e basate sui risultati.

Dopo il 1° ottobre 2026, le regioni interessate potranno valutare la possibilità di non inserire più la limitazione strutturale alla circolazione degli Euro 5 nei piani di qualità dell’aria.

Questa deroga, tuttavia, è subordinata all’implementazione di “misure compensative idonee”.
Queste misure dovranno essere progettate per garantire una riduzione delle emissioni inquinanti equivalente, o superiore, a quella che si sarebbe ottenuta con la limitazione strutturale.
La definizione di quali misure compensative siano considerate “idonee” sarà fondamentale per il successo di questa nuova strategia.
Potrebbero includere incentivi all’acquisto di veicoli a basse emissioni, lo sviluppo di infrastrutture per la mobilità elettrica, il potenziamento del trasporto pubblico locale, o l’implementazione di zone a traffico limitato.

L’efficacia di queste misure dovrà essere monitorata attentamente, in linea con gli obblighi derivanti dall’ordinamento europeo, che impone il rispetto di determinati standard di qualità dell’aria.

L’emendamento, quindi, rappresenta un tentativo di trovare un equilibrio tra l’imperativo di migliorare la qualità dell’aria e la necessità di evitare impatti socio-economici negativi.
La sua implementazione richiederà una stretta collaborazione tra il governo centrale, le regioni e gli enti locali, nonché un costante monitoraggio dei risultati ottenuti e la disponibilità ad adattare le strategie in base all’evoluzione delle condizioni ambientali e alle nuove tecnologie disponibili.
La sfida principale sarà quella di dimostrare che è possibile raggiungere obiettivi ambiziosi di riduzione dell’inquinamento atmosferico senza penalizzare eccessivamente i cittadini e le imprese.

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