venerdì 1 Agosto 2025
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Fisco alle stelle: famiglie schiacciate da un onere da 20.231 euro

L’onere fiscale che grava sulle famiglie italiane si configura come un sistema complesso e pervasivo, dove la maggior parte delle imposte e dei contributi viene sottratta al reddito in modalità invisibili o automatizzate.
Secondo stime recenti della Cgia, per l’anno 2025, una famiglia tipo composta da due lavoratori dipendenti con un figlio a carico, si troverà a fronteggiare un peso fiscale complessivo di circa 20.231 euro.
Questa cifra riflette un quadro in cui la cosiddetta “prelevazione alla fonte” – comprensiva di Irpef e contributi previdenziali – assorbe oltre la metà dell’onere totale (12.504 euro, pari al 61,8%).

A questa componente si aggiungono le imposte “nascoste”, incorporate nel prezzo di beni e servizi, come l’IVA, le accise, il contributo al Servizio Sanitario Nazionale (a carico delle polizze RC auto) e l’imposta di proprietà degli autoveicoli, il canone RAI e la tassa sui rifiuti (TARI), per un importo aggiuntivo di 7.087 euro (35% del totale).

L’effetto di questa sistemazione è che quasi l’intero onere fiscale (96,8%, corrispondenti a 19.591 euro) viene “prelevato” direttamente dalla busta paga, relegando i pagamenti diretti (tramite bonifico, contanti o sportello bancario/postale) a una rarissima eccezione.

Questo meccanismo crea una distanza significativa tra l’esperienza del lavoratore dipendente e quella del contribuente autonomo, il quale è chiamato a una gestione più consapevole e diretta del proprio carico fiscale.

Tale disparità alimenta un livello di risentimento e insofferenza più accentuato tra i professionisti e gli imprenditori, il cosiddetto “popolo delle partite IVA”.
È importante sottolineare che l’Irpef, pur rappresentando una componente fondamentale del sistema fiscale, incide solo per il 30% sulle entrate fiscali complessive.
Questo dato lascia intendere che una quota considerevole (70%) è esposta a una maggiore possibilità di evasione, un rischio condiviso da ben 42,5 milioni di contribuenti italiani, con una prevalenza di lavoratori dipendenti (23,8 milioni) e pensionati (14,5 milioni).
Le aree geografiche con la maggiore concentrazione di contribuenti Irpef sono il Lazio (2,9 milioni), la Lombardia (2,5 milioni) e il Piemonte (1,6 milioni), riflettendo la distribuzione del tessuto produttivo italiano.
A livello comparativo europeo, la pressione fiscale italiana (42,6% del PIL) si posiziona al sesto posto, superata solo dalla Francia.
Tuttavia, l’analisi comparativa con i principali competitor commerciali rivela un quadro meno favorevole: Germania (40,8%), Spagna (37,2%) e altri paesi dell’UE registrano livelli di pressione fiscale inferiori a quelli italiani.

Questo dato suggerisce una potenziale riduzione della competitività economica, sollevando interrogativi sulla sostenibilità e l’equità del sistema fiscale italiano nel lungo periodo.
L’elevato carico fiscale potrebbe disincentivare investimenti, ostacolare la crescita e penalizzare la capacità di risparmio delle famiglie.

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