venerdì 5 Settembre 2025
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Impianto idroelettrico Rivalta: Trento chiede più trasparenza e attenzione.

La recente trasmissione alla Ministero dell’Ambiente da parte della Giunta provinciale di Trento relativa al progetto di impianto idroelettrico Rivalta, situato nel comune veronese di Brentino Belluno, segna un atto di responsabilità istituzionale che va ben oltre la semplice conformità procedurale.
La decisione di esprimere un parere, in quanto Provincia confinante, riflette una sensibilità acuta verso le dinamiche transfrontaliere e la consapevolezza che opere di tale portata, pur localizzate geograficamente in un’altra regione, possono generare ripercussioni significative sul territorio trentino e sulle comunità ad esso connesse.

La valutazione, formalizzata in una delibera esecutiva, non si limita a un’analisi superficiale, ma si articola in una serie di approfondimenti tecnici e considerazioni socio-economiche che testimoniano l’impegno provinciale a garantire la salvaguardia del patrimonio ambientale e culturale.

L’attenzione non è orientata a un generico “no”, bensì alla richiesta di una più puntuale e trasparente valutazione degli impatti potenziali.
Un nodo cruciale riguarda la gestione dei volumi considerevoli di materiale di scavo – circa 2,5 milioni di metri cubi – e le conseguenze che la loro movimentazione potrebbe avere sulla viabilità provinciale, qualora non venissero implementate soluzioni logistiche adeguate e interamente localizzate nel Veneto.

Questo aspetto solleva interrogativi sulla pianificazione strategica e sulla responsabilità condivisa per la minimizzazione dei disagi.
La questione paesaggistica, particolarmente delicata, pone in luce la necessità di un approccio integrato e sovra-regionale.

La realizzazione dei due bacini artificiali, con una capacità di 800.000 metri cubi ciascuno, inciderà profondamente sul paesaggio del Monte Baldo, alterandone la continuità visiva e la percezione unitaria che esso presenta a cavallo dei confini amministrativi.
Questa considerazione è particolarmente rilevante alla luce delle iniziative di valorizzazione e tutela del Baldo, finalizzate alla sua inclusione nel patrimonio mondiale UNESCO, che richiedono un approccio olistico e conservativo.

Al di là dell’impatto visivo, emergono preoccupazioni concrete relative alla gestione delle risorse idriche: la regolazione del flusso del fiume Adige, i prelievi d’acqua, l’impatto sulla rete idrica locale e sulle falde acquifere.
La carenza di un piano di evacuazione in caso di emergenza e i potenziali danni alle economie locali – viticoltura, enogastronomia, turismo – rappresentano ulteriori elementi di allarme.
Questi settori, intrinsecamente legati alla qualità ambientale e alla bellezza del paesaggio, rischiano di subire ripercussioni negative che potrebbero compromettere la loro sostenibilità.
Il commento del Presidente Fugatti sottolinea con chiarezza l’importanza di ascoltare le voci delle comunità locali, riconoscendo che la tutela del territorio non può prescindere dalla partecipazione attiva dei cittadini e dalla condivisione delle responsabilità.
L’atto della Provincia di Trento, in definitiva, si configura come un monito a una pianificazione energetica più responsabile e attenta alle implicazioni transfrontaliere, promuovendo un modello di sviluppo sostenibile che concili le esigenze di produzione di energia con la salvaguardia del patrimonio naturale e culturale.

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