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domenica 26 Ottobre 2025

Normative 2024: un mare di leggi costa caro alle imprese

Nel panorama legislativo italiano del 2024, un intricato reticolo di normative – tra disposizioni europee, atti regionali, decreti, ordinanze e delibere – ha generato un volume impressionante di pubblicazioni ufficiali.
L’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ha pubblicato 305 Gazzette Ufficiali, integrate da 45 supplementi ordinari e straordinari, per un totale di 350 documenti equivalenti a 35.140 pagine.

Questa mole documentale, secondo stime della Cgia, richiederebbe a una persona dedicata ben 366 giorni lavorativi per essere esaminata integralmente, un impegno che riflette la complessità e la densità del sistema normativo italiano.

Le previsioni per il 2025 indicano una sostanziale continuità in questo scenario, con 227 Gazzette Ufficiali e 31 supplementi nei primi nove mesi, corrispondenti a 25.888 pagine.
L’accumulo di queste pubblicazioni, sebbene apparentemente burocratico, si traduce in un costo economico significativo per il tessuto imprenditoriale.

The European House Ambrosetti ha quantificato questo onere in 57,2 miliardi di euro a livello nazionale, una cifra che testimonia l’impatto diretto sulla competitività delle imprese italiane.
L’analisi della spesa sostenuta dalle aziende, rapportata al Prodotto Interno Lordo delle diverse province, rivela disuguaglianze territoriali marcate.

Milano emerge come provincia con la spesa più elevata (6,1 miliardi di euro), seguita da Roma (5,4 miliardi), Torino (2,2 miliardi), Napoli (1,9 miliardi) e Brescia (1,4 miliardi).
Al contrario, le province di Enna, Vibo Valentia e Isernia si attestano con costi significativamente inferiori, rispettivamente di 81, 80 e 55 milioni di euro, evidenziando differenze strutturali e dimensionali.

Un momento particolarmente critico nel corso del 2024 è stato registrato il 18 aprile, quando è stato pubblicato il Supplemento Ordinario n. 13.

Questo documento, massivo nel suo contenuto, di ben 5.157 pagine, ha introdotto gli Indicatori di Performance (ISA) che hanno sostituito gli studi di settore.
L’implementazione degli ISA, caratterizzata da una ridefinizione degli indicatori per le attività economiche, ha imposto una profonda revisione dei processi aziendali e delle pratiche contabili, con implicazioni notevoli per imprese, commercialisti e associazioni di categoria.

La transizione agli ISA ha accentuato la necessità di competenze specialistiche e di strumenti tecnologici avanzati per la corretta interpretazione e applicazione delle nuove normative, sollevando interrogativi sulla semplificazione e sull’efficienza del sistema legislativo italiano.
La complessità di questi atti legislativi non solo impone un notevole sforzo interpretativo, ma sollecita una riflessione più ampia sulla necessità di snellire i processi amministrativi e di promuovere la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione per ridurre gli oneri burocratici che gravano sulle imprese e favorire la crescita economica del Paese.

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