mercoledì 10 Settembre 2025
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Venezia

Autonomia Differenziata: Tra Speranze e Stallo, un Futuro Appeso a un Filo

La persistenza dell’azione riformatrice in un contesto di crescente complessità geopolitica ed economica emerge come una sfida ardua, come testimonia l’analisi del costituzionalista Mario Bertolissi, figura di spicco nella delegazione trattante del Veneto, riflettendo sullo stallo della legge di riforma dell’Autonomia Differenziata.

L’impressione di un progressivo abbandono del tema politico nazionale è palpabile, acuita dalle recenti sentenze della Corte Costituzionale che, involontariamente, hanno alimentato un senso di scoraggiamento e disillusione, minando la fiducia nel processo stesso.

Otto anni sono trascorsi dal referendum veneto, un lasso di tempo dilatato dall’incertezza e dall’attesa, un fardello che grava anche sui sostenitori più accesi dell’autonomia, costretti a ripetuti falsi partenze.
Il Veneto, regione dove la questione dell’autonomia ha radici profonde e un fervente sostegno politico, incarnato dalla figura del governatore Luca Zaia, si trova oggi a fronteggiare una situazione in cui l’urgenza di queste riforme viene soffocata da una serie di priorità globali: conflitti internazionali, crisi economiche e preoccupazioni primarie delle famiglie e delle imprese.
La necessità impellente di affrontare le emergenze quotidiane oscilla l’attenzione dalle prospettive di un futuro autonomo.

Nonostante le difficoltà, Bertolissi riconosce l’abilità dimostrata dal ministro delle Riforme, Roberto Calderoli, nel navigare acque insidiose, ostacolato da resistenze interne e da un’opzione politica frammentata.
La legge è stata deliberatamente indebolita per placare interessi divergenti, e persino la premier Meloni ha finito per allinearsi a questa dinamica.
Il sostegno a difesa della riforma si è ridotto drasticamente, affidandosi quasi esclusivamente alla determinazione di Zaia e Calderoli.

Il risultato, inequivocabile, è un naufragio, non nell’oblio, ma in una situazione di stallo, una palude che inghiotte le speranze di un processo di riforma che, a giudicare dalle premesse, avrebbe potuto significare un’evoluzione significativa per il sistema istituzionale italiano.

La questione non è semplicemente una questione regionale, ma un sintomo di una più ampia difficoltà nel perseguire riforme strutturali in un’epoca segnata da crisi multiple e da una crescente frammentazione politica.
Il futuro dell’Autonomia Differenziata, e con esso una parte del progetto di riforma del Titolo V della Costituzione, resta appeso a un filo, avvolto nella nebbia di un contesto sempre più incerto e complesso.

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