La recente apertura di Fratelli d’Italia sulla questione del terzo mandato, espressa dalle parole di Donzelli, segna un punto di potenziale svolta nel dibattito politico italiano. L’assenza di preclusioni temporali e ragionamentali dichiarata da Donzelli suggerisce una maggiore flessibilità, un’inversione di rotta rispetto a posizioni precedentemente assunte. Tuttavia, la prudente cautela rimane di rigore: il futuro di questa iniziativa rimane incerto, sospeso sulla complessità delle dinamiche regionali.Il raggiungimento del consenso unanime tra le Regioni, un’aspirazione spesso formulata, si rivela un obiettivo irraggiungibile, data la pluralità di interessi e sensibilità presenti nel panorama territoriale. La frammentazione, l’eterogeneità delle esigenze regionali rendono improbabile un’adesione condivisa a qualsiasi proposta di riforma. In questo scenario, il presidente della Regione Veneto esorta a prevalere il buon senso, un imperativo che trascende le ideologie e le strategie politiche. Un approccio pragmatico, orientato al bene comune e alla stabilità del sistema politico, si presenta come l’unica via percorribile. La sua dichiarazione, pronunciata a margine di un evento a Roma, evidenzia la necessità di superare posizioni rigide e di abbracciare una visione più ampia e inclusiva.La prospettiva di un’Italia caratterizzata da una gestione dei mandati frammentata, un “mosaico” o una “macchia di leopardo” come l’ha definita, è considerata inaccettabile. Un approccio uniforme, seppur non necessariamente centralizzato, appare essenziale per garantire coerenza e prevedibilità nell’azione di governo. Lo sblocco dei mandati, dunque, rappresenterebbe una soluzione auspicabile, un passo verso un sistema più equo e funzionale.La discussione, in definitiva, non dovrebbe essere percepita come una battaglia ideologica, ma come un’opportunità per rivedere e migliorare le regole del gioco politico, con l’obiettivo primario di tutelare l’interesse nazionale. Se la riforma legislativa dovesse rivelarsi impossibile, la conseguenza logica sarebbe il ritorno alle urne, un esito che, sebbene non desiderabile, deve essere accettato come conseguenza della mancata convergenza politica. Il futuro del paese, in questo contesto, si gioca sulla capacità di trovare un punto di equilibrio tra le diverse istanze e di perseguire il bene comune al di sopra delle ambizioni di parte.
Donzelli: una svolta inattesa per l’Italia.
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