sabato 2 Agosto 2025
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Regionalismo Solidale: Riformare lo Stato e Valorizzare il Sud

Il concetto di regionalismo solidale si configura oggi non come una semplice rivendicazione amministrativa, ma come un imperativo per la rifondazione del patto costituzionale italiano, un patto che deve necessariamente riconciliare l’efficienza burocratica con un’equa distribuzione della giustizia sociale.

Queste parole, pronunciate dal Presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Marcello Pittella, durante un incontro a Padova, inquadrano il dibattito sull’autonomia regionale come una riflessione cruciale sul futuro stesso della nazione.
La questione dell’autonomia non è, quindi, una mera discussione tecnica, ma una profonda indagine sulla capacità dello Stato di assicurare un’uguaglianza sostanziale tra i cittadini, superando le disomogeneità territoriali che spesso ne impediscono la piena realizzazione.
Il diritto alla salute, sancito a livello costituzionale, deve essere garantito a tutti, indipendentemente dalla capacità fiscale di una singola regione, un principio che oggi appare spesso compromesso da disparità macro-regionali.
Il Mezzogiorno, storicamente marginalizzato e spesso relegato a ruoli di mera dipendenza, assume, in questa prospettiva, un ruolo strategico per il futuro dell’Italia.

Lungi dall’essere un peso o una fonte di problematiche, il Sud può rappresentare una piattaforma logistica, energetica e culturale di rilevanza nazionale ed europea, fungendo da ponte verso il Mediterraneo e aprendo nuove opportunità di sviluppo.
Questa visione implica una radicale trasformazione della narrazione dominante sul Sud, abbandonando l’immagine di una realtà passiva e lamentosa a favore di un’assunzione di responsabilità e di una richiesta proattiva di risorse.
Tuttavia, l’ottenimento di tali risorse non è sufficiente: è imprescindibile che la classe dirigente meridionale dimostri competenza, rapidità ed efficacia nell’utilizzo di tali risorse, evitando sprechi e promuovendo progetti di sviluppo sostenibile.
Un investimento mirato in settori chiave come l’istruzione, la formazione professionale e la sicurezza pubblica si rivela, quindi, non solo auspicabile, ma essenziale.

Il rafforzamento dei presidi educativi e formativi, con particolare attenzione all’innovazione didattica e all’integrazione con il mondo del lavoro, rappresenta il motore principale per la creazione di opportunità di lavoro stabile e di qualità.
L’accesso al sapere, la promozione della cultura e lo sviluppo di competenze digitali diventano, in questo contesto, strumenti indispensabili per la costruzione di un futuro più equo e prospero per l’intera nazione, un futuro dove il regionalismo solidale non sia un’utopia, ma una realtà tangibile.

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