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domenica 16 Novembre 2025

Verona: Movimento 5 Stelle in piazza contro la crisi sanitaria veneta

La città di Verona ha recentemente fatto da scenario a una vibrante protesta, un flash mob organizzato da attivisti e candidati del Movimento 5 Stelle, che ha acceso i riflettori sulla crisi profonda che affligge il sistema sanitario veneto.
L’azione, avvenuta in una zona strategica come Ponte della Catena, ha visto l’esposizione di striscioni provocatori, “Vuoi la sanità eccellente? Paga e tasi!” e “Vaffanzaia del movimento”, simboli di una crescente frustrazione e di un senso di abbandono.
La scelta delle parole, seppur cruda, non mira all’attacco personale, bensì a denunciare una gestione politica che, a detta del Movimento, ha lasciato la Regione in una condizione di “esercizio provvisorio”.

Questa espressione, spesso percepita come tecnicismo, assume in realtà un significato allarmante: significa che l’amministrazione entrante sarà gravemente limitata nella sua capacità di agire, vincolata da scelte pregresse e incapace di implementare cambiamenti significativi nei prossimi sei o sette mesi.

Il “de profundis” della sanità pubblica veneta, come lo definiscono gli attivisti, non è una metafora fine a sé stessa, ma il riflesso di una realtà quotidiana sempre più pesante per i cittadini.
La presenza di una bara durante la protesta sottolinea drammaticamente la percezione di una morte lenta e inesorabile del servizio sanitario.

Al di là delle denunce più immediate, emerge una critica profonda sulla qualità delle prestazioni offerte.

La frammentazione del tempo medico, con soli dieci minuti dedicati per paziente, è considerata una forma di mercificazione, un ridimensionamento della cura che compromette la capacità del medico di fornire una diagnosi accurata e un percorso terapeutico adeguato.

La visita medica non dovrebbe essere un mero scambio di informazioni in un tempo prestabilito, ma un’interazione approfondita, un’opportunità per comprendere le specifiche esigenze del paziente e personalizzare il trattamento.

Un tempo di almeno mezz’ora, sostengono gli attivisti, sarebbe il minimo indispensabile per restituire dignità alla cura e garantire risultati efficaci.

L’azione di protesta si configura quindi come un appello urgente a un cambiamento di paradigma, una richiesta di investimenti mirati, di una revisione dei modelli organizzativi e di un ritorno al valore della persona al centro del sistema sanitario.

Si tratta di un monito a superare la logica del profitto e a riaffermare il diritto alla salute come un bene comune, accessibile a tutti, indipendentemente dal reddito o dalla condizione sociale.

Il futuro della sanità veneta, e con esso il benessere dei suoi cittadini, è appeso a un filo, e richiede un impegno corale e una visione politica lungimirante.

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