12 gennaio 2025 – 01:45
Il verdetto emesso dalla terza sezione del Consiglio di Stato, tramite un’ordinanza che ha annullato l’interdittiva della Prefettura, ha segnato un punto di svolta per l’azienda in questione. I giudici, guidati da Rosanna De Nictolis, hanno evidenziato il notevole sviluppo registrato dall’impresa e la conseguente trasformazione dei propri assetti interni durante il passaggio dalla prima alla terza generazione familiare, con l’allontanamento delle figure più compromesse. Inoltre, il Consiglio di Stato ha sottolineato come il rafforzamento della governance aziendale e dei meccanismi di controllo interni possano ridurre gli eventuali condizionamenti citati nella disposizione antimafia della Prefettura.Questo importante colosso nel settore delle infrastrutture può ora riprendere le proprie attività lavorative, con appalti che spaziano dalla A32 Torino-Bardonecchia alla A4 Torino-Milano, fino alla statale 23 di Cesana e ai vari viadotti sulle principali arterie piemontesi. Tuttavia, l’opera più significativa al momento rimane la partecipazione al Consorzio impegnato nella riapertura del tunnel del Tenda.L’ordinanza emessa recentemente ha portato sollievo ai 400 dipendenti diretti e ai mille e 200 complessivi della Cogefa, garantendo la stabilità lavorativa e prospettive positive per il futuro. La società stessa ha ribadito il proprio impegno a proseguire le attività con massima trasparenza e professionalità attraverso una nota diffusa nel pomeriggio precedente.Fondata negli anni Settanta, la Cogefa è diventata dal 2009 un importante contractor nell’edilizia commerciale, residenziale e terziaria del Nord Ovest. Pur avendo committenti pubblici significativi, l’azienda si è distinta anche per numerosi appalti nel settore privato. La decisione del Consiglio di Stato permette all’impresa di continuare a operare senza rischiare la perdita dei contratti acquisiti.La tempesta che aveva colpito la Cogefa era legata agli esiti dell’inchiesta Echidna condotta dai Ros sotto il coordinamento della Dda di Torino. Tale indagine aveva portato a una serie di arresti mettendo in luce le infiltrazioni di imprese legate all’organizzazione criminale calabrese nella manutenzione dell’autostrada A32 Torino-Bardonecchia.