Vertice paneuropeo tra tensioni: Zelensky e Orban protagonisti, focus su difesa e immigrazione

Il summit paneuropeo si è tenuto con l’obiettivo di rafforzare i legami tra i Paesi dell’Unione Europea e quelli al di fuori, affrontando le sfide e le “minacce” attuali. Tuttavia, il vertice è stato caratterizzato da un confronto acceso tra due dei partecipanti più influenti: il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il primo ministro ungherese Viktor Orban, insieme ad altri 45 leader europei – tra cui per l’Italia Giorgia Meloni – e al nuovo premier laburista britannico Keir Starmer. Quest’ultimo si è dimostrato determinato a “riavviare” i rapporti post-Brexit con gli altri Paesi europei, concentrandosi in particolare sulle questioni della difesa, del sostegno a Kiev e sull’emergenza dell'”immigrazione illegale”.L’incontro si è svolto in un’atmosfera aristocratica presso Blenheim Palace, nel suggestivo scenario verde dell’Oxfordshire, dimora di famiglia dei Churchill sin dal 1700 e luogo di nascita di Winston Churchill nel 1874. Questa scelta sembra voler evocare simbolicamente il ricordo del primo ministro che ha guidato la Gran Bretagna alla vittoria contro il nazismo, in contrasto con l’attuale contesto di tensione con la Russia di Vladimir Putin.Nonostante ciò, non sono mancati momenti di attrito durante il vertice. Non tanto per quanto riguarda la rielezione di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea – avvenuta contemporaneamente attraverso un voto contrario del partito del primo ministro britannico – che non sembra avere ripercussioni sul ruolo del futuro commissario italiano. Piuttosto, le divergenze sono emerse soprattutto tra Zelensky e Orban, evidenziando una frattura all’interno del gruppo dei partecipanti.