01 marzo 2025 – 13:45
La vicenda giudiziaria che ha coinvolto una giovane commessa di Moncalieri, vittima di presunte violenze sessuali da parte del suo ex viceresponsabile, si è rivelata un intricato intreccio di accuse e difese. La testimonianza della ragazza, che ha descritto palpeggiamenti e schiaffi subiti sul posto di lavoro, ha portato al licenziamento dell’uomo e alla trasformazione della sua carriera in responsabile di un punto vendita. Tuttavia, la moglie dell’imputato è stata coinvolta nell’inchiesta a causa delle minacce rivolte alla commessa dopo la denuncia.Nel corso del processo, l’ex vice responsabile ha negato categoricamente le accuse mosse nei suoi confronti, sostenendo di non aver mai compiuto gesti violenti o inappropriati nei confronti della collega. Ha tentato di giustificare eventuali contatti fisici come semplici incidenti dovuti alla conformazione dello spazio lavorativo. Dall’altra parte, la moglie dell’imputato si è difesa affermando di essere stata lei stessa minacciata dalla giovane dopo la denuncia contro il marito.L’aula del tribunale è diventata il teatro di tensioni e emozioni contrastanti: la commessa ha testimoniato con fermezza le sue accuse, mentre la moglie dell’accusato ha manifestato tutta la sua incredulità rispetto alle vicende contestate. Il giudice e gli altri membri del collegio hanno ascoltato attentamente entrambe le parti, cercando di fare luce su una vicenda complessa e delicata.Il processo è stato rinviato al 6 maggio per consentire ulteriori indagini e testimonianze. Resta aperta la questione sulla veridicità dei fatti contestati e sulle responsabilità effettive delle persone coinvolte. La ricerca della verità e della giustizia continua a tenere banco in un caso che ha scosso profondamente la tranquilla routine lavorativa di una catena commerciale torinese.