Il Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite esprime profonda preoccupazione riguardo alle detenzioni segrete e alle sparizioni forzate in Siria, sottolineando che la maggior parte di queste violazioni sono attribuibili alle forze governative. È inaccettabile il rilascio di quasi 1.700 certificati di morte senza restituire i resti alle famiglie delle persone scomparse dal 2018, mentre manca un registro ufficiale delle persone scomparse e una procedura giudiziaria per affrontare questa grave violazione dei diritti umani.Gli esperti dei diritti umani esortano le autorità siriane a fare piena luce sulla sorte e sul luogo in cui si trovano le persone scomparse, garantendo l’identificazione e il ritorno dei resti in caso di decesso. È fondamentale informare regolarmente le famiglie sullo stato delle indagini e sui risultati ottenuti, assicurando trasparenza e giustizia nel processo.Il Comitato denuncia le violazioni sistematiche dei diritti umani in Siria, tra cui torture, detenzioni illegali e violenze sessuali, anche nelle aree sotto controllo statale. Si richiede a Damasco di combattere l’impunità garantendo che tutti i responsabili vengano processati e puniti in base alla gravità dei crimini commessi.È urgente condurre inchieste rapide, approfondite e indipendenti su tutte le accuse di abusi contro i civili durante il conflitto armato in corso, assicurando che gli autori vengano chiamati a rispondere delle proprie azioni e che le vittime o i loro familiari ricevano adeguata riparazione per i danni subiti. La Siria è chiamata a rispettare i principi fondamentali dei diritti umani e a porre fine all’impunità per garantire giustizia e dignità a tutti i cittadini del Paese.
Violazioni dei diritti umani in Siria: esperti esortano a trasparenza e giustizia
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