28 gennaio 2025 – 02:45
Nel profondo del mio essere, risuona un richiamo antico e potente: la voce dei miei antenati, la storia di sofferenza e resilienza che scorre nel mio sangue. Cresciuto in una famiglia ebraica, ho imparato fin da giovane ad onorare e a preservare la memoria della Shoah, a non dimenticare mai le vittime innocenti come i miei bisnonni Emma e Moise Segre, trucidati ad Auschwitz. Eppure, mi trovo circondato da un’indifferenza sconcertante, da chi non comprende il valore sacro di questa giornata. Leggo manifesti vergognosi, ascolto proposte ambigue e fuorvianti, mi confronto con l’ignoranza dilagante. Ma io non posso restare in silenzio di fronte a tanta cecità.Primo Levi ci ha insegnato con le sue parole taglienti e penetranti a guardare negli abissi dell’animo umano, a non dimenticare mai il male perpetrato dall’uomo contro l’uomo. E io sento il dovere morale di portare avanti questo messaggio, di diffondere la consapevolezza della tragedia che ha segnato la storia dell’umanità. Non posso permettere che la Memoria venga offuscata o distorta da superficialità o disinteresse.Mentre molti si interrogano sulla rilevanza o meno di celebrare questa giornata, io ribadisco con fermezza l’importanza vitale di ricordare, di imparare dagli errori del passato per costruire un futuro migliore. La violenza non può essere mai giustificata né dimenticata; è nostro dovere etico combatterla con ogni mezzo possibile.Così oggi mi trovo qui con voi, lasciando fluire liberamente le emozioni che mi pervadono. In questo momento cruciale per la nostra società, sento l’urgenza di difendere la Memoria dalle minacce dell’oblio e dell’indifferenza. Che il sacrificio delle vittime non sia mai vano, che la lezione della storia ci guidi verso un mondo più giusto e compassionevole.
