Sabato 4 ottobre, agli Ospedali Riuniti Padova Sud di Schiavonia, si è verificata un’eccezionale combinazione di competenza clinica, tempestività diagnostica e applicazione all’avanguardia della tecnologia chirurgica robotica.
Un intervento di nefrectomia radicale, una procedura complessa e delicata, è stato eseguito in urgenza con il sistema robotico Da Vinci, segnando una pietra miliare per l’Ulss 6 Euganea e per la chirurgia mininvasiva nel territorio.
Il caso clinico che ha portato a questo intervento straordinario coinvolge Matteo, un uomo di 47 anni, giunto al Pronto Soccorso con un acuto e lancinante dolore lombare.
L’abilità e la prontezza del medico del Pronto Soccorso, che ha immediatamente ordinato una tomografia assiale computerizzata (TAC) dell’addome, si sono rivelate cruciali.
L’esame ha rivelato una condizione rara e potenzialmente fatale: un infarto renale sinistro, una forma acuta di ischemia renale.
L’infarto renale si manifesta quando un trombo embolico, una massa coagulata di sangue, ostruisce completamente l’arteria renale, interrompendo drasticamente l’afflusso di sangue al rene.
Questa ostruzione provoca la rapida necrosi, ovvero la morte, del tessuto renale privo di ossigenazione, innescando una reazione infiammatoria e potenzialmente compromettendo la funzionalità renale complessiva.
La rapidità di intervento è quindi determinante per limitare i danni.
Dopo la diagnosi, il dottor Giuseppe Mastrocinque, medico di guardia dell’Urologia, ha immediatamente predisposto il trasferimento del paziente al reparto di Radiologia Interventistica di Padova, per tentare una procedura percutanea di rimozione del trombo.
Questo tentativo, volto a ripristinare il flusso sanguigno al rene attraverso un accesso minimamente invasivo, purtroppo non ha avuto successo.
Tornato all’ospedale di Schiavonia, la situazione clinica di Matteo si è progressivamente aggravata, rendendo necessaria una decisione terapeutica complessa e urgente.
In un contesto di elevata criticità, l’équipe medica, in stretta collaborazione con il primario anestesista, Fabio Baratto, e la caposala del Gruppo Operatorio, Silvia Tronca, ha concordemente optato per la nefrectomia radicale, ovvero la rimozione chirurgica completa del rene.
La scelta di impiegare la tecnologia robotica Da Vinci è stata motivata dalla volontà di minimizzare l’impatto invasivo sulla paziente, evitando una grande cicatrice addominale e riducendo significativamente il dolore post-operatorio e i tempi di recupero.
Il sistema robotico, con i suoi bracci articolati e la visione tridimensionale ad alta definizione, permette all’équipe chirurgica di operare con maggiore precisione e destrezza, anche in spazi profondi e difficili da raggiungere.
L’intervento è stato condotto con successo dal dottor Giuseppe Mostaccio, responsabile dell’unità operativa semplice a valenza dipartimentale Robotica, affiancato da Massimiliano Zin e sotto la supervisione del dottor Zanovello.
La nefrectomia è stata eseguita attraverso cinque piccole incisioni sull’addome, attraverso le quali sono stati inseriti i bracci robotici, senza la necessità di una dissezione estesa dei tessuti circostanti.
Grazie a questa combinazione di competenze, tecnologia e tempestività, Matteo ha potuto beneficiare di una dimissione precoce e di una rapida ripresa delle normali attività quotidiane, minimizzando le complicanze e massimizzando il comfort del paziente.
Questo caso rappresenta un esempio emblematico di come l’innovazione tecnologica, unita alla professionalità del personale sanitario, possa migliorare significativamente l’assistenza e la qualità di vita dei pazienti.






