La notizia giunta da Bruxelles, mentre ero impegnato nel Forum delle Regioni Insulari Europee, ha portato con sé l’eco della decisione della Corte Costituzionale, un pronunciamento di profonda rilevanza per l’autonomia regionale e l’equilibrio dei poteri.
Come ha giustamente sottolineato la Presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, la Consulta ha evidenziato un’incongruenza nell’operato del Collegio di Garanzia elettorale, riconoscendo un’eccedenza rispetto alle prerogative costituzionalmente delineate.
La sentenza, analizzata nel dettaglio, non si limita a una mera constatazione formale.
Essa solleva interrogativi fondamentali circa i limiti dell’intervento giurisdizionale in materia elettorale e la salvaguardia delle competenze regionali.
Il Collegio di Garanzia, nell’esercizio del suo ruolo, aveva pronunciato una decisione che, secondo la Corte Costituzionale, ha in qualche modo leso le prerogative proprie della Regione Sardegna, invadendo un ambito riservato alle sue decisioni.
Il cuore della questione risiede nell’interpretazione della Costituzione e nella precisa delimitazione delle funzioni tra Stato e Regioni, in particolare in relazione ai processi elettorali locali.
La decisione della Corte Costituzionale implica che l’accertamento della decadenza di un eletto, in circostanze come quelle contestate, non potesse essere determinato né da un organo statale, né, conseguentemente, dal Collegio di Garanzia, se tale accertamento si fondava su presupposti non previsti dalla legge come cause di ineleggibilità.
La sentenza, dunque, non si risolve in un mero giudizio sulla mia persona, ma si configura come un pilastro nella difesa dell’autonomia regionale e nel rafforzamento del principio di sussidiarietà.
Essa riafferma l’importanza che le Regioni abbiano la piena responsabilità delle proprie scelte e decisioni, garantendo un sistema politico più equilibrato e coerente con i principi fondamentali della Costituzione italiana.
La decisione della Consulta pone l’accento sulla necessità di un’interpretazione rigorosa delle competenze e un rispetto scrupulouso dei limiti di ciascun organo dello Stato.
Affronto questa vicenda con la consapevolezza del mio ruolo e con la ferma convinzione di aver sempre agito nell’interesse dei cittadini sardi, con trasparenza e nel rispetto della legge.
Il mio impegno resta indirizzato alla tutela delle prerogative regionali e alla promozione di un modello di governance più efficiente e partecipativo.







