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domenica 9 Novembre 2025

Contraffazione Made in Italy: Allarme Veneto, Crescono i Sequestri

L’ombra della contraffazione si allunga sempre più intensamente sul tessuto economico veneto, manifestando un’escalation preoccupante che mette a rischio la reputazione del Made in Italy e il sostentamento di innumerevoli imprese locali.

Il Rapporto Iperico 2024, elaborato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) e diffuso da Confartigianato regionale, dipinge un quadro allarmante: un incremento esponenziale dei sequestri, con un’accelerazione drammatica che, in soli due anni, ha visto un triplicarsi dei casi complessivi e una crescita vertiginosa del 500% nel settore dell’abbigliamento.
I numeri parlano chiaro e svelano l’entità del fenomeno.

Nel comparto tessile-abbigliamento, la progressione dei sequestri è passata da un modesto 137 nel 2022 a un impressionante 637 nel 2024.

Questa crescita, che ha comportato il blocco di un totale di 34.000 capi contraffatti lo scorso anno, non è un’anomalia isolata, ma il sintomo di un problema strutturale che mina la competitività delle aziende oneste.

Analogamente, anche il settore degli accessori, con un aumento dei sequestri da 84 a 301, e l’occhialeria, con un incremento da 17 a 81, riflettono un’espansione incontrollata di prodotti falsi.
Anche il settore calzaturiero ha subito un’impennata significativa, con operazioni di contrasto quasi triple rispetto a due anni prima.

Il dato complessivo di 21.000 accessori sequestrati sottolinea ulteriormente la vastità del mercato illegale.

Questo fenomeno non è semplicemente una questione di appropriazione indebita di marchi o design, ma una vera e propria minaccia alla filiera produttiva italiana.

La contraffazione erode il valore del lavoro artigianale, alimenta circuiti illegali, spesso connessi a fenomeni di criminalità organizzata, e danneggia la percezione del Made in Italy sui mercati internazionali, associandolo a prodotti di qualità inferiore e spesso realizzati in condizioni precarie.

Confartigianato regionale sottolinea con forza che la risposta alla contraffazione non può limitarsi a un approccio repressivo, pur fondamentale per smantellare le reti criminali e confiscare i prodotti illeciti.
È necessario, invece, promuovere un cambio di paradigma, investendo in strumenti di trasparenza e tracciabilità delle filiere produttive.

Un sistema di certificazione e identificazione univoca dei prodotti, basato su tecnologie innovative come la blockchain o il QR code, potrebbe consentire ai consumatori di distinguere con certezza l’autenticità dei prodotti Made in Italy, valorizzando il vero valore artigianale e premiando le aziende che operano nel rispetto delle regole e della qualità.
Inoltre, l’educazione alla legalità e la sensibilizzazione dei consumatori rivestono un ruolo cruciale: informare i cittadini sui rischi legati all’acquisto di prodotti contraffatti, sia in termini di qualità che di impatto economico e sociale, può contribuire a ridurre la domanda di prodotti illeciti e a rafforzare la domanda di prodotti autentici, frutto del talento e della passione degli artigiani italiani.
La lotta alla contraffazione, dunque, non è solo una questione di enforcement, ma un impegno collettivo che coinvolge istituzioni, imprese e consumatori, con l’obiettivo di preservare l’eccellenza del Made in Italy e tutelare il patrimonio culturale e economico del nostro Paese.

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