Arte che Cura: Un Viaggio nell’Essenza dell’Esistenza a PotenzaDal 21 al 23 novembre, Potenza si configura come fulcro di un’esperienza trasformativa: l’ottava edizione del Festival Arte che Cura.
Nato a Napoli e giunto alla seconda iterazione in terra lucana, l’evento, promosso dall’Accademia Imago e dal movimento Arte che Cura sotto la direzione artistica di Tonino Centola, si afferma come un punto di riferimento imprescindibile nel panorama nazionale dell’arteterapia e, più ampiamente, nel campo del benessere psicologico e sociale.
Arte che Cura non è un semplice festival, ma un vero e proprio *laboratorio di esistenza*.
Un luogo dove l’arte non è relegata all’ambito estetico, bensì si rivela potente strumento di indagine interiore, di cura e di connessione umana.
Il tema centrale – “Dare senso alla vita” – invita a una riflessione profonda sul significato del nostro percorso, sulle fragilità che ci rendono umani e sulla capacità intrinseca di trovare bellezza e speranza anche nelle circostanze più difficili.
Il programma, ricco e diversificato, si articola in una serie di laboratori gratuiti e incontri che coinvolgono un variegato gruppo di professionisti: artisti, terapeuti, psicologi e, soprattutto, cittadini.
Le sedi scelte – CSV Basilicata e ScamBioLogico – creano un ponte tra l’organizzazione comunitaria e la ricerca di un rinnovamento bio-psico-sociale.
La manifestazione si distingue per un’attenzione particolare alla valorizzazione dei talenti emergenti.
Attraverso un concorso a inviti, artisti provenienti da diverse discipline espressive hanno presentato opere ispirate al tema centrale, creando un percorso espositivo che stimola l’empatia e la riflessione.
Il cuore pulsante del Festival sono i laboratori esperienziali, veri e propri spazi di esplorazione creativa.
Si spazia dalla Psicologia della relazione d’aiuto, con Caterina Ventura, che indaga le dinamiche del supporto e della fiducia, al Teatroterapia, guidato da Tonino Centola, che utilizza il gioco drammatico per liberare emozioni e potenzialità nascoste.
L’Arteterapia visiva, con Ventura e Rovito, invita a esprimersi attraverso colori e forme, mentre la Musicoterapia di Sabatino Miranda sfrutta il potere curativo dei suoni.
L’Arteterapia con la scrittura creativa, con Isabella Urbano, incoraggia a dare voce ai propri pensieri e sentimenti, mentre la Tangoterapia di Lombardo e Ventura unisce l’arte della danza e dell’abbraccio per favorire la connessione interpersonale.
Il Psicodramma di Massimo Doriani, infine, offre uno spazio per l’analisi e la comprensione dei propri schemi comportamentali attraverso la messa in scena di situazioni significative.
Le dodici categorie artistiche rappresentate – pittura, scultura, danza, performance, narrativa, poesia, fotografia, videoarte, ceramica, installazione, arte digitale e scultura effimera – testimoniano la vocazione poliedrica del Festival, che si propone come un vero e proprio *ossessorio del futuro*, un luogo dove l’arte non è solo cura, ma anche professione e motore di trasformazione sociale.
L’obiettivo ultimo è quello di edificare ponti tra le persone, promuovendo forme innovative di benessere condiviso e coltivando un’umanità più resiliente, consapevole e connessa.








