sabato 26 Luglio 2025
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America’s Cup: De Luca furioso, gestione opaca e Campania esclusa.

La recente decisione della Camera dei Deputati, che ha respinto tre emendamenti mirati a garantire una rappresentanza regionale campana nel comitato organizzatore dell’America’s Cup 2027, ha generato una reazione di frustrazione e, implicitamente, di critica da parte del Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca.
La sua dichiarazione, rilasciata a margine della presentazione del plastico del nuovo Stadio Arechi, suggerisce un quadro di gestione dell’evento che appare opaco e privo di una vera collaborazione con le istituzioni locali.
La sua affermazione – “Non saprei cosa rispondere” – esprime un senso di incredulità e, forse, una difficoltà nel comprendere le dinamiche che stanno guidando l’organizzazione di una competizione di tale portata.

La descrizione dell’America’s Cup come “un evento nato in segreto” e “promosso dal Governo nazionale in maniera assolutamente occulta” solleva interrogativi significativi sulla trasparenza e sulla partecipazione democratica nel processo decisionale.
Questo implica una gestione centralizzata, potenzialmente in contrasto con l’importanza di coinvolgere attivamente le realtà territoriali, come la Regione Campania, che dovrebbe essere direttamente interessata a capitalizzare i benefici economici e di immagine derivanti da un evento di tale risonanza internazionale.
Il nodo cruciale risiede nell’esclusione, percepita come deliberata, della Regione Campania.
Questo non solo nega alla comunità locale l’opportunità di partecipare attivamente all’organizzazione e alla promozione dell’evento, ma rischia di vanificare il potenziale impatto positivo sull’economia regionale.
De Luca, con la sua metaforica e pungente espressione “l’America’s Cup si concluderà a Poggioreale,” evoca un futuro in cui l’evento, privato del sostegno e dell’impegno del territorio, si tradurrà in una perdita d’opportunità, un fallimento.
L’America’s Cup, tradizionalmente sinonimo di innovazione tecnologica, eccellenza sportiva e promozione del turismo, rischia di perdere la sua stessa essenza se gestita in maniera autoreferenziale e distaccata dalle esigenze e dalle aspirazioni del territorio ospitante.

La questione non è solo una questione di rappresentanza istituzionale, ma una questione di visione strategica e di responsabilità nei confronti della comunità.
Un evento di questa portata dovrebbe essere un motore di sviluppo, un’occasione per valorizzare le risorse locali e rafforzare l’identità regionale, non un’occasione persa per l’ennesima polemica politica.
L’assenza di un coinvolgimento regionale significativo pone seri dubbi sulla reale volontà di sfruttare appieno il potenziale di questa competizione.

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