L’ampliamento del porticciolo di Catania si ferma, almeno temporaneamente. Il Consiglio di Giustizia Amministrativo (CGA) per la Regione Siciliana, accogliendo il ricorso presentato da Legambiente, ha disposto con ordinanza cautelare la sospensione dei lavori, ribaltando la precedente valutazione del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) etneo del 17 aprile. La decisione, assunta in composizione collegiale, evidenzia una profonda revisione dei presupposti che avevano originariamente autorizzato l’intervento.Il provvedimento si fonda su una duplice constatazione giuridica cruciale: la sussistenza del “fumus boni iuris”, ovvero l’apparenza di una giusta causa, e del “periculum in mora”, il rischio di un danno irreparabile derivante dalla prosecuzione dei lavori. In sostanza, il CGA riteneva che l’esecuzione dell’ampliamento, nello stato dei fatti, potesse concretamente ledere interessi di rilevanza pubblica che superano i benefici economici attesi.Un elemento chiave della decisione è la critica rivolta al parere favorevole espresso dalla Soprintendenza ai beni culturali e ambientali di Catania. I giudici amministrativi palermitani hanno espresso forti dubbi sull’adeguatezza della motivazione sottostante, rilevando persino elementi di contraddizione interna. L’intervento, che prevede la demolizione di una porzione del molo antico, incide su un sito di inestimabile valore storico-culturale, le cui origini affondano nel lontano VII secolo a.C., un borgo marinaro che testimonia secoli di storia e di interazioni tra uomo e mare. La Soprintendenza, pur riconoscendo tale valenza, non ha saputo, a detta del CGA, giustificare adeguatamente come le opere previste potessero conciliare la modernizzazione delle infrastrutture con la tutela del patrimonio.Il CGA ha inoltre messo in luce una lacuna di valutazione, sottolineando come il processo decisionale non abbia considerato pienamente l’esito del concorso di progettazione indetto dal Comune di Catania per la riqualificazione dell’intera area. La mancata integrazione di queste nuove prospettive progettuali, che potrebbero offrire soluzioni alternative e meno impattanti, ha contribuito a rafforzare il convincimento dei giudici sulla necessità di una sospensione cautelare.Questa ordinanza rappresenta un importante precedente giurisprudenziale, che evidenzia la crescente sensibilità degli organi di giustizia amministrativa nei confronti delle questioni ambientali e del patrimonio culturale. La sospensione dei lavori impone ora una revisione approfondita del progetto di ampliamento, con l’obiettivo di trovare un equilibrio sostenibile tra lo sviluppo infrastrutturale e la salvaguardia del bene comune. Il caso di Catania solleva interrogativi fondamentali sulla corretta applicazione dei principi di tutela del paesaggio e di coinvolgimento della collettività nei processi decisionali che neledono la sua integrità.
Porticciolo di Catania: stop ai lavori, il CGA frena l’ampliamento.
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