mercoledì 20 Agosto 2025
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Smartphone a scuola: nuova legge ridefinisce i confini digitali.

La discussione sull’uso degli smartphone nelle scuole sta raggiungendo un punto di svolta, con una proposta legislativa che mira a ridefinire i confini tra connessione digitale e apprendimento.

L’assessora all’istruzione Francesca Gerosa ha presentato un disegno di legge volto a estendere le restrizioni sull’utilizzo dei dispositivi mobili a tutte le scuole, indipendentemente dall’ordine e dal grado, superando l’iniziale focalizzazione su elementari e medie.

L’obiettivo primario del ddl, come delineato nell’articolo 5, non è un divieto indiscriminato, bensì una canalizzazione mirata dell’impiego tecnologico.
Gli smartphone e altri dispositivi digitali sarebbero ammessi unicamente per finalità didattiche esplicite, come supporto a progetti pedagogici innovativi, strumenti compensativi per studenti con disabilità o, ancora, per la realizzazione di sperimentazioni didattiche all’avanguardia.
Questa impostazione, lungi dall’essere una semplice limitazione, implica un carico di responsabilità per gli istituti scolastici, chiamati a integrare questi principi fondamentali nei loro regolamenti interni e a garantirne rigorosa applicazione.
Si tratta, di fatto, di una restrizione generalizzata a tutte le altre forme di utilizzo non autorizzate, aprendo un dibattito ampio e complesso.

La validità dell’assegnazione del ddl alla Quarta Commissione, invece che alla Quinta dedicata all’istruzione, è stata sollevata da Lucia Maesti (Pd), evidenziando una possibile incongruenza procedurale.

Pur riconoscendo la salvaguardia dell’autonomia scolastica garantita dalla nuova formulazione dell’articolo 5, Maesti ha espresso il desiderio di un quadro normativo più strutturato e organico, una vera e propria legge quadro in materia.

Andrea de Bertolini (Pd) ha espresso apprezzamento per l’ampliamento dell’età degli studenti interessati e per la restrizione dell’uso dei telefoni cellulari ai soli contesti didattici, sottolineando la necessità di un approccio coordinato e unitario a livello provinciale.
Eleonora Angeli (Lista Fugatti) ha contestualizzato la proposta all’interno di un panorama europeo in cui diverse nazioni hanno già introdotto misure restrittive sull’uso dei dispositivi mobili nelle aule scolastiche, confermando la pertinenza della direzione intrapresa dal ddl.
Riferendosi all’esperienza della “disconnessione digitale”, Gerosa ha ricordato come si fosse inizialmente proceduto con linee guida flessibili, trasformate poi in schemi di regolamento e accompagnate da un sistema di monitoraggio, per permettere un’applicazione graduale e una valutazione delle conseguenze.
La possibilità di una legge più stringente, ha concluso, potrà essere presa in considerazione solo dopo aver analizzato i risultati di questa fase sperimentale.

Il ddl Masè, ora, ritorna alla Quarta Commissione per ulteriori valutazioni e possibili modifiche, aprendo un capitolo cruciale nella gestione del rapporto tra tecnologia e istruzione, con l’obiettivo di promuovere un utilizzo consapevole e finalizzato all’apprendimento.
Il futuro dell’istruzione digitale si preannuncia come un percorso complesso, che richiede un equilibrio delicato tra opportunità e responsabilità.

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