Diffusione limitata della telemedicina negli ospedali italiani: sfide e potenzialità.

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La telemedicina sta gradualmente prendendo piede negli ospedali italiani, ma i dati rivelano che solo una piccola percentuale delle prestazioni erogabili viene effettuata tramite televisita. La Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere (Fiaso) ha evidenziato che, nonostante il potenziale delle tecnologie attuali, si utilizza appena l’1% delle capacità offerte dalla telemedicina. Il presidente della Fiaso, Giovanni Migliore, sottolinea che le barriere culturali e organizzative impediscono una più ampia adozione dei servizi di telemedicina a vantaggio dei pazienti.Una ricerca condotta dall’Osservatorio Sanità Digitale del Politecnico di Milano ha rivelato che la sanità digitale sta progressivamente penetrando nel sistema sanitario italiano. Mentre il 40% delle strutture sanitarie pubbliche ha già implementato servizi di televisita in modo stabile, un altro 40% sta sperimentando o prevede di attivarli entro la fine dell’anno. Il teleconsulto tra operatori sanitari è diffuso nel 52% delle aziende, mentre i servizi di telemonitoraggio sono presenti nel 40%. Inoltre, quasi un terzo delle strutture ha avviato o sta testando servizi di teleconsulto tra medici di medicina generale e ospedalieri.Migliore sottolinea la necessità di impegnarsi maggiormente per ridurre il divario tra i servizi disponibili e la loro effettiva utilizzazione nella pratica clinica. È fondamentale superare le sfide culturali e organizzative per garantire una diffusione più ampia della telemedicina e migliorare l’efficienza, l’accessibilità e la qualità dell’assistenza sanitaria per tutti i pazienti.

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