mercoledì 10 Settembre 2025
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Veneto: il barometro del lavoro mostra resilienza, ma serve ripartire.

Il barometro occupazionale del Veneto, come rilevato dai dati di luglio della Bussola del Lavoro, proietta un quadro di resilienza, seppur con alcune sfumature che richiedono un’analisi approfondita e interventi strategici.

La creazione netta di posti di lavoro dipendente nella prima metà dell’anno ha toccato quota +74.700, un dato incoraggiante, ma che se contestualizzato con le performance del triennio precedente, evidenzia un’attenuazione del ritmo di crescita.
Questo rallentamento, lungi dall’essere un campanello d’allarme, segnala la necessità di una riorientazione delle politiche attive del lavoro, investendo in modo mirato nello sviluppo di competenze avanzate e nella formazione continua, per rispondere alle mutevoli esigenze del mercato.

Il mese di giugno ha visto una ripresa marcata in settori chiave, come l’industria e alcune aree del terziario, contribuendo a un incremento mensile di +18.000 posti di lavoro.

Tuttavia, la persistente difficoltà delle imprese nel reperire personale qualificato, unitamente a un clima di incertezza congiunturale a livello globale, rappresentano ancora fattori limitanti che rischiano di compromettere la sostenibilità della ripresa occupazionale.
Una lettura dettagliata dei dati rivela dinamiche interessanti.
Il contratto a tempo indeterminato ha trainato la crescita (+17.100 posizioni nei primi sei mesi), grazie a un aumento delle trasformazioni contrattuali e una diminuzione delle cessazioni, indicando una maggiore propensione delle aziende a stabilizzare i propri dipendenti.

Anche i contratti a termine (+56.000) e l’apprendistato (+2.300) mantengono un contributo positivo, pur mostrando una progressiva riduzione rispetto agli anni precedenti, un fenomeno da interpretare come evoluzione delle modalità contrattuali e non necessariamente come segno di debolezza.

Sul fronte settoriale, l’industria registra segnali di ripresa (+9.400), con performance particolarmente positive nei comparti metalmeccanico e legno-mobilio, mentre rallentamenti si osservano nel tessile, nell’alimentare e nell’occhialeria, settori particolarmente esposti alla concorrenza internazionale e alle fluttuazioni dei mercati.
Il terziario, pur continuando a crescere (+57.900), mostra un incremento inferiore rispetto allo scorso anno, riflettendo la contrazione dei servizi turistici, del commercio e delle pulizie.

In controtendenza, l’editoria e la cultura evidenziano una crescita significativa, spinte dalla vivacità delle produzioni cinematografiche e dall’aumento dell’interesse per i contenuti digitali.
A livello provinciale, si riscontra un saldo positivo, seppur in flessione, in tutte le province del Veneto.
Il mese di giugno ha visto un miglioramento trainato da Venezia (+12%), grazie all’impulso delle produzioni audiovisive, che testimoniano la capacità del territorio di attrarre investimenti e creare opportunità occupazionali in settori innovativi e ad alto valore aggiunto.
È fondamentale capitalizzare questo successo, promuovendo la specializzazione e la creazione di un ecosistema favorevole allo sviluppo delle filiere creative.

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