Il cargo saudita *Bahri Yanbu*, una nave specializzata nel trasporto di carichi pesanti e ingombranti, ha lasciato il porto di Genova in serata, attorno alle 18:00, intraprendendo la rotta verso Alessandria d’Egitto.
La sua posizione attuale la vede navigare dinanzi alle coste del Lazio, in un contesto di crescente attenzione mediatica e sindacale.
L’evento che ha catalizzato l’interesse non riguarda tanto la nave stessa, ma la natura del carico che originariamente era previsto per essere imbarcato.
Si trattava di un cannone di fabbricazione italiana, destinato a unirsi ad un carico misto già presente a bordo, composto da veicoli militari cingolati e materiali esplosivi di origine statunitense, provenienti direttamente dagli Stati Uniti.
L’imbarco di questo armamento, tuttavia, è stato sospeso a seguito di un’azione di protesta da parte dei sindacati portuali della Calp (Cooperazione Agricola e Pesca) e della Filt Cgil (Federazione Lavoratori Trasporti).
L’intervento dei lavoratori ha bloccato fisicamente l’operazione, sollevando interrogativi sulla legalità del trasferimento di armamenti attraverso il porto genovese e i potenziali rischi per la sicurezza.
La vicenda ha innescato un’indagine formale da parte della Procura di Genova, che ha aperto un fascicolo per verificare la presunta violazione delle normative che regolano il transito di armi nei porti italiani.
In particolare, l’attenzione è focalizzata sulla verifica della conformità del trasporto alle leggi nazionali ed internazionali, tenendo conto degli obblighi di controllo e documentazione previsti.
Al fine di raccogliere elementi utili all’indagine, la Procura ha delegato la Digos (Divisione Investigativa Generale e Operazioni Speciali) e la Capitaneria di Porto a condurre accertamenti specifici.
Queste autorità dovranno ricostruire l’iter del cannone, identificare i responsabili dell’operazione logistica e valutare la legittimità del suo transito attraverso il porto genovese.
L’episodio riapre il dibattito più ampio sul ruolo dei porti italiani come hub strategici per il commercio internazionale di armi, e sulla necessità di rafforzare i controlli e la trasparenza in questo settore delicato.
La vicenda della *Bahri Yanbu* pone interrogativi cruciali sulla sovranità nazionale, sulla sicurezza collettiva e sulla responsabilità delle autorità portuali e governative nella gestione di carichi di armamento.
Il cannone, temporaneamente sbarcato, rappresenta simbolicamente la complessità e le implicazioni geopolitiche di un evento apparentemente marginale, ma che riflette dinamiche globali di grande rilevanza.