Il 10 agosto 2025 si è configurato come un punto di svolta nella cronaca del movimento LGBTQIA+ italiano, segnando un’innovazione radicale nelle procedure elettorali repubblicane.
In occasione del referendum confermativo sulla legge elettorale regionale in Valle d’Aosta, è stato implementato il Decreto Legislativo 72/25, che ha introdotto una modalità di gestione delle liste elettorali mai vista prima: la divisione dei seggi per iniziali del cognome (dalla A alla L e dalla M alla Z), eliminando la tradizionale separazione binaria per genere.
Questa decisione, celebrata da Arcigay Valle d’Aosta Queer, rappresenta un passo significativo verso un’effettiva inclusione e un’espressione del diritto di voto pienamente libera e consapevole per tutte e tutti.
L’innovazione legislativa risponde a una problematica concreta e sentita dalla comunità trans*, che in precedenza si trovava ad affrontare situazioni particolarmente delicate e spesso traumatizzanti durante le operazioni di voto.
La necessità di presentare documenti d’identità che non rispecchiano l’identità di genere percepita, o di rivelare la propria identità trans* per poter esercitare il diritto di voto, costituiva un ostacolo significativo alla partecipazione politica, spingendo molte persone a rinunciare a questo diritto fondamentale.
La nuova procedura elimina questa barriera, proteggendo la privacy e la dignità delle persone trans*, consentendo loro di votare senza timore di discriminazioni o outing forzati.
L’implementazione del DL 72/25 non è solo una questione di correttezza procedurale, ma un atto simbolico di riconoscimento della diversità e dell’importanza di garantire a ciascun cittadino la possibilità di partecipare attivamente alla vita democratica del paese, nel rispetto della propria identità.
Questa iniziativa apre la strada a possibili ulteriori modifiche e miglioramenti del sistema elettorale italiano, orientandole verso una maggiore sensibilità alle esigenze delle minoranze e verso una piena realizzazione del principio di uguaglianza sostanziale sancito dalla Costituzione.
L’esempio della Valle d’Aosta potrebbe fungere da modello per altre regioni, contribuendo a creare un sistema elettorale più inclusivo e rispettoso dei diritti di tutti.