La comunità dell’architettura italiana piange la scomparsa di Lino Vittorio Bozzetto, figura di spicco nel campo della storia dell’architettura militare, spentosi all’età di 74 anni.
La sua eredità intellettuale e professionale lascia un vuoto significativo, segnando la fine di un percorso dedicato alla riscoperta e alla valorizzazione del patrimonio fortificato nazionale.
Nato a Verona nel 1951, Bozzetto incarnava la profonda connessione tra la sua formazione accademica – culminata nella laurea presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia (IUAV) nel 1979, e l’iscrizione all’Ordine degli Architetti di Verona a partire dal 1981 – e l’amore per la sua città natale, custode di un ricco tessuto storico e militare.
La sua carriera, che si è estesa per decenni, è stata caratterizzata da un impegno costante nella ricerca, nel restauro e nella divulgazione di conoscenze specialistiche.
Lino Bozzetto non si è limitato a studiare fortificazioni, ma ne ha decifrato il linguaggio, svelandone l’ingegneria avanzata per l’epoca e le complesse relazioni con il contesto urbano e sociale in cui si inserivano.
La sua ricerca si è focalizzata principalmente sul periodo che intercorre tra il XIII e il XIX secolo, un’epoca cruciale per lo sviluppo di tecniche costruttive innovative, dall’impiego di nuove tipologie di muratura alla progettazione di sistemi difensivi sempre più sofisticati.
Il suo contributo non si è limitato all’analisi teorica; l’architetto Bozzetto ha agito come un ponte tra il passato e il presente, traducendo le sue scoperte in interventi di restauro che hanno permesso di conservare e valorizzare monumenti di inestimabile importanza.
Grazie al suo lavoro, Verona e numerose altre città fortificate – tra cui Peschiera del Garda, Mantova, Rivoli Veronese, Pastrengo, Lazise e Lavagno – hanno potuto beneficiare di una maggiore consapevolezza del loro patrimonio storico e architettonico.
Il suo approccio metodologico, che integrava l’analisi storica, l’indagine architettonica e le tecniche di restauro, ha rappresentato un modello per le nuove generazioni di architetti e storici dell’arte.
Bozzetto, dunque, non è stato solo un esperto di architettura militare, ma un vero e proprio custode della memoria, capace di illuminare il passato per comprendere meglio il presente e progettare un futuro più consapevole del valore inestimabile del nostro patrimonio culturale.
La sua eredità continuerà a ispirare e a guidare le future ricerche e gli interventi di restauro, perpetuando la sua passione per la storia e l’architettura militare italiana.