L’eventuale cessione di una porzione delle risorse idriche accumulate nella diga del Liscione, situata nel territorio di Guardialfiera (Campobasso), avvolge il Molise in un’ombra di incertezza e solleva preoccupazioni di rilevanza strategica.
Questa situazione, resa ancora più complessa dalle recenti dichiarazioni del sottosegretario all’agricoltura Patrizio La Pietra, che parla di un fabbisogno finanziario aggiuntivo di venti milioni di euro, rispetto ai centonovanta necessari per il collegamento idrico interregionale con la Puglia, richiede un’analisi approfondita e trasparente.
La consigliera regionale del Partito Democratico, Micaela Fanelli, ha espresso pubblicamente la sua inquietudine, sottolineando come la mancanza di chiarezza e la reticenza informativa stiano alimentando un clima di sospetto.
La richiesta formale, presentata alla Direzione Generale della Regione, volta a ottenere copia di tutti gli atti, accordi e studi tecnici relativi alla potenziale cessione e gestione delle risorse idriche, è stata accolta con una risposta evasiva e priva di sostanza.
Le obiezioni formali sulla competenza in materia, presentate a giustificazione della mancata produzione documentale, non offrono una spiegazione soddisfacente e alimentano i dubbi su una gestione opaca.
L’assenza di iniziative concrete a livello nazionale, da parte della Giunta regionale e della delegazione parlamentare del Molise, per tutelare il diritto all’acqua, rappresenta un ulteriore elemento di allarme.
La trasparenza e la comunicazione tempestiva di eventuali azioni intraprese, qualora esistano, dovrebbero essere garantite per legge, ma sembrano deliberatamente eluse.
Questa omissione suggerisce la possibilità di un compromesso, o peggio, di un’accettazione passiva nei confronti di decisioni prese altrove, a discapito degli interessi primari della comunità molisana.
La questione non si riduce a una mera ripartizione di risorse idriche, ma tocca la vulnerabilità del Molise, una regione già esposta a criticità ambientali e dipendente da fonti limitate.
La gestione responsabile del patrimonio idrico è un imperativo etico e un presupposto fondamentale per lo sviluppo sostenibile del territorio.
Qualsiasi decisione che influisca sulla disponibilità d’acqua deve essere presa con la massima cautela, previa una valutazione approfondita degli impatti ambientali, economici e sociali.
La trasparenza, la partecipazione pubblica e il rispetto dei principi di sostenibilità devono guidare ogni azione volta a preservare questo bene prezioso, garantendo il diritto all’acqua per le generazioni presenti e future.
La tutela del Liscione, e delle risorse che esso custodisce, non è negoziabile, ma rappresenta un dovere ineludibile nei confronti del Molise e del suo futuro.