Il Festival del Mediterraneo, giunto alla sua 34ª edizione, si configura come un crogiolo culturale di rara intensità, un ponte musicale e performativo che celebra la ricchezza e la complessità del dialogo tra popoli.
Sotto la direzione artistica di Davide Ferrari, l’evento si propone di superare le barriere linguistiche e stilistiche, tessendo una trama sonora e visiva capace di illuminare le affinità nascoste e le differenze vibranti che caratterizzano il panorama mediterraneo e oltre.
L’inaugurazione, sabato prossimo, sarà affidata all’incanto dei virtuosi raga indiani interpretati da Parveen e Yilias Khan, un preludio a una serie di incontri inediti e suggestivi.
Il cartellone di quest’anno, ampliato con una tappa a Savona, offre un percorso sinestetico che spazia dalla reinterpretazione in chiave zulu di brani mozartiani per pianoforte alla fusione del flamenco con l’arpa, fino all’intreccio dei raga indiani con il beat box, creando un paesaggio sonoro in continua evoluzione.
Un elemento cardine del Festival è l’esplorazione delle relazioni tra le tradizioni musicali, come dimostra l’affascinante confronto tra le Sei Stagioni indiane e le Quattro Stagioni di Vivaldi, un’occasione per riflettere sulla comune essenza dell’espressione artistica e sulla sua capacità di trascendere i confini geografici e culturali.
La Fortezza del Priamar a Savona si aprirà all’impatto ritmico dei tamburi giapponesi Taiko di Kyoshindo e Joji Hirota, mentre il Mozuluart, un progetto Zimbabwe/Austria, offrirà una rivisitazione africana del pianismo mozartiano, un dialogo simbolico tra Salisburgo e Harare che ne evoca la spiritualità e la gioia di vivere.
La Claque ospiterà la danza senegalese di Khoudia Touré e Cheikh Fall, un’esplosione di energia e movimento che celebra la vitalità dell’Africa.
Un appuntamento particolarmente significativo è la performance di danza contemporanea “Il corpo nucleare”, che, con la partecipazione di Joji Hirota, commemorerà il doloroso 80° anniversario di Hiroshima e Nagasaki, un monito contro la violenza e un invito alla riflessione sulla responsabilità umana.
Il doppio incontro al Teatro Internazionale di Quartiere, con la Banda di Piazza Caricamento, Sainkho Namčylak e Angela Alferi, si inserisce nello stesso percorso di memoria e di testimonianza.
Il festival non si limita a celebrare la diversità, ma la utilizza per creare ponti e favorire la comprensione reciproca.
La performance della finlandese Pelkka Poutanen, l’esibizione di strumenti originali coreani e il concerto al buio con la cantautrice fado portoghese Dona Rosa, non vedente, sono altrettante tappe di un viaggio emozionante alla scoperta delle infinite sfaccettature dell’espressione artistica.
La chiusura, nella Sala delle Grida del Palazzo della Borsa, sarà affidata a Dervishes Remixed, un’esperienza immersiva che fonde la danza rotatoria dei dervisci sufi con le innovazioni della musica e della danza contemporanea, un omaggio alla spiritualità e alla ricerca di un senso profondo nell’esistenza umana.
Il Festival del Mediterraneo si conferma, dunque, come un evento di primaria importanza, capace di arricchire la comunità attraverso la bellezza e la potenza dell’arte.