Piemonte e ex Ilva: la Regione chiede garanzie per l’occupazione

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Il futuro del sistema industriale piemontese, e con esso la stabilità economica e sociale di intere comunità, è al centro di una complessa negoziazione nazionale.
La Regione Piemonte, con un approccio proattivo e condiviso, ha formalizzato una posizione unitaria, presentata al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, in vista del tavolo nazionale dedicato alla riorganizzazione dell’ex Ilva.
Questa mossa rappresenta un segnale forte, frutto di un intenso dialogo tra la Regione, i sindaci territoriali, le rappresentanze sindacali e le Rsu, confluito in un documento che trascende la mera richiesta, delineando una visione strategica per il settore siderurgico piemontese.
L’importanza degli stabilimenti di Racconigi, Novi Ligure e Sanac di Gattinara non può essere sottovalutata.

Questi siti non sono semplici poli produttivi; incarnano un’eredità industriale di primaria rilevanza per il tessuto economico nazionale, un patrimonio di competenze specialistiche e una fonte cruciale di occupazione che alimenta interi distretti.

La richiesta primaria è, pertanto, la salvaguardia dei livelli produttivi e occupazionali attuali, non come un punto d’arresto, ma come base di partenza per un percorso di crescita sostenibile.

La complessità della situazione emerge dalla consapevolezza che il destino del sistema siderurgico piemontese è intrinsecamente legato alle decisioni assunte a livello centrale, con particolare riferimento alle scelte riguardanti il sito di Taranto.
Ciò implica un ruolo attivo da parte del Piemonte, non di semplice spettatore, ma di interlocutore strategico, capace di articolare in modo preciso e costruttivo le proprie esigenze e aspirazioni.

L’apertura a nuovi investimenti è esplicita, ma condizionata a un quadro strategico coerente e condiviso.

In particolare, si sottolinea la necessità di integrare gli interventi di decarbonizzazione all’interno di una visione complessiva per l’ex Ilva, che non comprometta la stabilità occupazionale piemontese.

La transizione ecologica non può essere un pretesto per disinvestimenti o delocalizzazioni; al contrario, deve rappresentare un’opportunità per modernizzare gli impianti, migliorare l’efficienza produttiva e creare nuovi posti di lavoro qualificati.

La Regione Piemonte si impegna a sostenere attivamente questo processo, attraverso politiche attive del lavoro e programmi di formazione mirati, per accompagnare i lavoratori verso nuove competenze e opportunità professionali, minimizzando l’impatto della transizione industriale.

Il dialogo costruttivo con le parti sociali e l’impegno a tutelare il patrimonio industriale e occupazionale sono i pilastri di un approccio lungimirante, volto a garantire un futuro solido e prospero per il Piemonte e per l’Italia intera.
La difesa del sistema siderurgico piemontese è, in definitiva, un investimento nel futuro del Paese.

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