Un allarme giunto alla centrale operativa dei Carabinieri Forestali ha innescato un’indagine complessa che ha portato alla scoperta di un’area di circa 20 metri cubi, ricoperta da un ammasso indiscriminato di rifiuti, in una frazione del territorio comunale di Ancona.
Lo scenario rivelato non era semplicemente quello di un’errata gestione dei rifiuti, ma di un vero e proprio scempio ambientale, con la presenza di materiali di ogni genere, molti dei quali classificabili come pericolosi.
L’inventario dei materiali abbandonati racconta una storia di progressivo degrado e disinteresse: detriti provenienti da demolizioni edilizie, arredi ormai inutilizzabili, elettrodomestici obsoleti – tra cui frigoriferi contenenti gas refrigeranti dannosi per l’ozono – bombole di gas, pallet di legno, infissi rotti e veicoli in stato di abbandono.
La commistione di questi elementi, alcuni altamente inquinanti, costituiva una minaccia concreta per la salute pubblica e per l’equilibrio dell’ecosistema locale.
Le indagini, condotte con metodo e scrupolo da parte dei Carabinieri Forestali del Nucleo di Ancona, hanno permesso di ricostruire la filiera di questo illecito e di identificare il responsabile, un uomo di 42 anni.
L’individuo, presumibilmente gestore abusivo dell’area, è stato denunciato per aver appiccato un rogo incontrollato e aver scaricato un ingente quantitativo di rifiuti, violando in modo grave le normative ambientali.
La gravità delle accuse potrebbe comportare una pena detentiva fino a sei anni e sei mesi.
Al fine di procedere con le azioni correttive e di bonifica, l’area è stata immediatamente sottoposta a sequestro.
Personale specializzato dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente delle Marche (Arpam), dipartimento di Ancona, ha effettuato una dettagliata caratterizzazione dei rifiuti, al fine di definirne la composizione, il grado di pericolosità e le modalità di smaltimento corrette e sicure.
Questa fase è cruciale per garantire che il processo di bonifica sia efficace e non generi ulteriori danni ambientali.
L’ispezione ha riservato un’ulteriore, inattesa sorpresa: la scoperta di due maiali privi di qualsiasi identificazione e tracciabilità.
La loro presenza, presumibilmente legata a pratiche di allevamento irregolari e non controllate, ha attivato il coinvolgimento dell’Azienda Sanitaria Territoriale (Ast) di Ancona, che ha provveduto a sottoporre gli animali a blocco sanitario, al fine di verificarne lo stato di salute e accertare le responsabilità relative alla loro gestione.
Questo episodio sottolinea la complessità e la portata delle illegalità che spesso si intrecciano con le attività di smaltimento abusivo dei rifiuti, rivelando un quadro di degrado ambientale e di potenziali violazioni del benessere animale.
La vicenda rappresenta un campanello d’allarme per le autorità competenti, evidenziando la necessità di intensificare i controlli e di promuovere una maggiore sensibilizzazione nei confronti della corretta gestione dei rifiuti e della tutela dell’ambiente.