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Tragedia Natisone: Richiesta di Risarcimento a 3,7 Milioni

La richiesta di risarcimento economico, che si eleva a 3,7 milioni di euro, rappresenta un tentativo di quantificare l’irreparabile: il vuoto incolmabile lasciato dalla perdita di Bianca, Patrizia e Cristian, tre giovani vite spezzate dalla furia inaspettata del torrente Natisone il 31 maggio 2024.

Si tratta di un’istanza avanzata dai loro genitori, Giuseppe e Maria Doros, Gheorghe e Maria Coros, e Ion e Elena Molnar, uniti dal dolore e dalla necessità di affrontare le conseguenze legali e pratiche di una tragedia che ha scosso profondamente la comunità friulana.

Il valore economico richiesto non aspira a sostituire la perdita umana, ma a compensare le sofferenze che gravano sulle famiglie.
La richiesta è strutturata in diverse voci di danno.
Innanzitutto, si considerano i danni patrimoniali, che includono le spese funerarie, le perdite di reddito futuro che i giovani avrebbero potuto generare e i costi associati a perizie e consulenze legali necessarie per l’elaborazione della richiesta stessa.
Parallelamente, una quota significativa è destinata a risarcire i danni non patrimoniali, una categoria complessa e profondamente personale.
I *danni biologici* mirano a compensare le lesioni fisiche e psicologiche subite dai genitori e dai fratelli, traumatizzati dalla perdita e costretti a convivere con un dolore acuto e prolungato.
Si considerano qui, ad esempio, le necessità di supporto psicologico, le difficoltà nella vita quotidiana e le ripercussioni sulla salute mentale.

Più delicata e difficile da quantificare è la richiesta di *danni morali*.
Questa voce include la sofferenza interiore, il senso di perdita, il trauma emotivo e il pregiudizio subito dalle famiglie.

Rappresenta il riconoscimento del valore inestimabile dei legami familiari e del dolore profondo causato dalla scomparsa improvvisa dei loro cari.

La richiesta mira a mitigare, per quanto possibile, il peso del lutto e a fornire un sostegno economico che possa contribuire a ricostruire, seppur parzialmente, il tessuto familiare lacerato.
La vicenda solleva questioni cruciali in materia di responsabilità pubblica e privata, relative alla gestione del territorio e alla prevenzione del rischio idrogeologico.

Le indagini in corso mirano a chiarire le cause della tragedia e a individuare eventuali negligenze che abbiano contribuito all’evento, ponendo l’attenzione sulla corretta manutenzione del torrente e sulla validità delle procedure di allerta e di evacuazione.

La richiesta di risarcimento, quindi, non è solo una battaglia legale per ottenere un giusto indennizzo, ma anche un monito per il futuro, volto a garantire la sicurezza dei cittadini e a evitare che simili tragedie si ripetano.
Il processo sarà complesso e richiederà una valutazione attenta di tutte le circostanze del caso, con l’obiettivo di raggiungere una soluzione equa e che tenga conto della gravità delle sofferenze delle famiglie coinvolte.

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