sabato 13 Settembre 2025
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Venezia

Trentini, il Faro sulla Giustizia: Mobilitazione a Mestre

Un faro acceso sulla vicenda di Alberto Trentini, cooperante veneziano da oltre 300 giorni ingiustamente detenuto nelle carceri di Caracas, ha illuminato oggi Mestre.
L’evento, parte integrante del Festival della Politica, ha rappresentato un momento di forte mobilitazione civile, con una partecipazione di pubblico straordinaria che ha gremito lo spazio dedicato, testimoniando una crescente preoccupazione e un desiderio condiviso di giustizia.

L’iniziativa, ideata da Nicola Pellicani, ha messo a nudo la drammatica situazione di Trentini: un uomo privato della libertà, senza accuse formali, senza accesso a una difesa legale, di fatto trattenuto come ostaggio in un contesto geopolitico complesso.

La denuncia si è configurata come un grido collettivo, un imperativo morale per richiamare l’attenzione della comunità internazionale e sollecitare un intervento concreto per la sua liberazione.

Il messaggio è chiaro: un uomo che ha dedicato la sua vita all’assistenza dei più vulnerabili non può essere soggetto a un’ingiustizia così profonda, un’onta che offende i valori di umanità e rispetto dei diritti fondamentali.

L’attrice Ottavia Piccolo, a nome di Articolo 21, ha espresso un rammarico sordo, sottolineando l’assenza di una risposta politica robusta e visibile da parte del governo italiano.
Il confronto con il caso di Cecilia Sala, dove la diplomazia italiana si è attivata con determinazione anche verso regimi non democratici, ha amplificato la percezione di un’inazione inaccettabile.

La reticenza, la mancanza di un’eco pubblica e ufficiale, hanno alimentato un senso di abbandono e frustrazione tra i sostenitori di Trentini.

Il giornalista Marco Damilano ha stigmatizzato la silenziosa omissione del nome di Alberto Trentini da parte del governo Meloni, definendolo un “desaparecido” per la politica e l’informazione italiana, un’assenza che nega la sua esistenza e amplifica la gravità della situazione.

Annalisa Cuzzocrea ha invitato a trasformare la voce dei manifestanti in un coro potente e inequivocabile, reiterando la richiesta urgente di liberazione e l’obbligo per il governo di esaurire ogni possibile strumento diplomatico e legale.

L’esortazione finale di Pietro Del Soldà ha elevato la vicenda di Trentini a simbolo universale della lotta per la libertà, un monito che ricorda come la liberazione di un individuo sia indissolubilmente legata alla difesa dei diritti di tutti.
La vicenda non è solo la storia di un cooperante veneziano, ma una sfida alla coscienza civile e un appello alla responsabilità politica, un impegno a non dimenticare e a non arrendersi di fronte all’ingiustizia.

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