mercoledì 17 Settembre 2025
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Genova, scontro in Consiglio: la destra sfida la censura su Kirk

In un gesto di aperta contestazione, l’opposizione di centrodestra nel Consiglio Comunale di Genova ha espresso un vibrante dissenso nei confronti della decisione della maggioranza di centrosinistra, che aveva respinto una proposta di commemorazione per Charlie Kirk.
La vicenda, apparentemente marginale, si è rivelata un sintomo di un più ampio contrasto politico, rispecchiando divergenze di visione e approccio alla memoria pubblica.
Durante la seduta odierna, i consiglieri di centrodestra, guidati dalla capogruppo di Fratelli d’Italia, Alessandra Bianchi, hanno sfidato apertamente la decisione della Conferenza dei Capigruppo, che aveva precedentemente negato l’approvazione della mozione in suo onore.
La Bianchi, con un tono carico di accusa, ha ripercorso la sequenza degli eventi, sottolineando come la maggioranza avesse precluso un gesto considerato doveroso, negando così un tributo a una figura, le cui opinioni e il cui operato, evidentemente, suscitano giudizi discordanti all’interno dell’assemblea comunale.

Il gesto di protesta è stato amplificato dall’esposizione di cartelli recanti lo slogan “Prove me wrong” (“Provami che ho torto”), un monito diretto alla maggioranza, un invito a riconsiderare la propria posizione e, implicitamente, a dimostrare l’infondatezza delle critiche mosse a Kirk.
Questa scelta comunicativa, apparentemente provocatoria, si configura come una strategia volta a catalizzare l’attenzione mediatica e a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla presunta “censura” e sulla limitazione del dibattito democratico.

La presidente del Consiglio Comunale, Francesca Ghio, ha tentato di stemperare la tensione, ribadendo, con fermezza, l’impossibilità di procedere con la commemorazione in assenza di un’approvazione formale da parte della Conferenza dei Capigruppo, sottolineando la necessità di rispettare le procedure e le regole procedurali che governano l’attività consiliare.

Tuttavia, il tentativo di mediazione non è riuscito a placare l’agitazione, che ha messo in luce le profonde spaccature ideologiche e politiche che attraversano l’assemblea comunale, e sollevato interrogativi sul ruolo della memoria pubblica e sui limiti dell’espressione politica in contesti istituzionali.

L’episodio, al di là della sua immediatezza, si presta a una riflessione più ampia sul diritto alla memoria, sul pluralismo delle opinioni e sulla responsabilità delle istituzioni nel garantire un dibattito aperto e inclusivo.

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