martedì 30 Settembre 2025
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Mercato del lavoro Veneto: resilienza sottile nel 2025

Nel secondo trimestre del 2025, il mercato del lavoro veneto manifesta una resilienza sottile, mantenendo una stabilità relativa nella domanda di posizioni dipendenti rispetto all’anno precedente.

Il saldo occupazionale complessivo si registra positivo, con un incremento di 51.300 posti di lavoro dipendente, un risultato che, pur significativo, segnala un lieve raffreddamento rispetto alla dinamica più vivace osservata nel 2024.

L’analisi della prima metà dell’anno rivela un rallentamento nell’accelerazione delle assunzioni, con una diminuzione del 2% rispetto al 2024, e un saldo positivo di 78.100 unità, inferiore ai livelli del 2023 e del 2024.

La performance settoriale rivela un quadro eterogeneo.
Il comparto agricolo e l’industria, pilastri dell’economia veneta, mostrano una contrazione rispetto alle proiezioni, pesantemente influenzate dalle difficoltà che affliggono il “Made in Italy” su scala globale, con ripercussioni dirette sulla competitività e sulla domanda estera.
Un’eccezione degna di nota è il settore metalmeccanico, che, in continuità con il trend registrato nei primi mesi dell’anno, evidenzia una ripresa significativa, suggerendo una potenziale inversione di tendenza.

Il terziario, d’altro canto, beneficia dell’accumulo di attività legate all’avvio della stagione turistica, contribuendo a un miglioramento del saldo trimestrale.

La distribuzione geografica dei risultati mostra una netta polarizzazione.
Le province di Verona e Venezia trainano la crescita, con incrementi rispettivamente di 15.300 e 30.300 posti di lavoro.

Belluno e Vicenza mantengono una sostanziale stabilità rispetto all’anno precedente.

Al contrario, province come Padova, Rovigo e, soprattutto, Treviso, registrano un rallentamento, con Treviso che lamenta la più marcata riduzione, legata alla diminuzione della domanda di lavoro in specifici segmenti del settore industriale.
Le forme contrattuali emergenti presentano andamenti divergenti.

Si osserva una crescita del lavoro intermittente e dei tirocini, mentre il lavoro domestico rimane stabile.

Il lavoro parasubordinato, nonostante un incremento dei rapporti di lavoro legati al settore sportivo, conseguente alla recente riforma, registra una lieve contrazione.

L’analisi dei dati Istat fotografa un quadro di 2,2 milioni di occupati, 69.000 persone in cerca di lavoro e circa 850.000 inattivi nella fascia d’età 15-64 anni.

Il tasso di occupazione si mantiene stabile al 61,1%, il tasso di disoccupazione scende al 3%, mentre il tasso di attività, sebbene diversificato tra uomini (70,2%) e donne (55,8%), riflette una generale partecipazione al mercato del lavoro.

L’industria manifatturiera, in particolare, continua a soffrire di un clima di incertezza e debolezza della domanda, con ripercussioni tangibili sulla produzione, soprattutto nei settori del legno e mobile, gomma e plastica, e produzione di mezzi di trasporto, evidenziando la necessità di interventi mirati per stimolare la ripresa e la competitività del sistema produttivo regionale.

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