cityfood
cityeventi
venerdì 24 Ottobre 2025

Pittelli, nuova condanna: 14 anni per concorso con la ‘ndrangheta.

Giancarlo Pittelli, figura di spicco nel panorama giuridico italiano, ex senatore e stimato penalista, si trova nuovamente al centro di un’onda di scandalo giudiziario.
Dopo la precedente sentenza emessa dal Tribunale di Catanzaro, che lo condannava a undici anni di reclusione nel contesto del complesso procedimento “Rinascita-Scott”, legato a presunti rapporti con il boss mafioso Luigi Mancuso – una decisione attualmente oggetto di appello – il legale ha ricevuto una nuova, significativa condanna dal Tribunale di Palmi.
Il nuovo verdetto, che lo relega a quattordici anni di reclusione, lo riconosce colpevole di concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso, nel corso del processo “Mala Pigna”.
Questa sentenza, aggiungendosi alla precedente, dipinge un quadro di una relazione – per quanto la natura esatta sia ancora in discussione e meriterebbe un’analisi approfondita – con una delle più potenti e ramificate organizzazioni criminali italiane: la ‘ndrangheta.

Il processo “Mala Pigna” si è rivelato un’indagine capillare e dettagliata sulle attività criminali che affliggono la Piana di Gioia Tauro, un’area strategicamente cruciale per il traffico di droga e per il riciclaggio di capitali illeciti.

La condanna di Pittelli, in questo contesto, solleva interrogativi profondi sul ruolo degli avvocati e dei professionisti legali in rapporto con la criminalità organizzata.

Si tratta, infatti, di una questione delicata, che coinvolge i confini etici e deontologici della professione forense.
La natura del “concorso esterno” è un aspetto fondamentale da comprendere.
Non implica necessariamente una partecipazione attiva e diretta nelle attività illecite dell’organizzazione, ma suggerisce un sostegno, una facilitazione o un’omissione volta a favorirne gli interessi.
In questo caso, l’accusa sembra voler dimostrare che il comportamento di Pittelli, pur non consistendo in azioni criminali dirette, ha contribuito a rafforzare e perpetuare il potere della ‘ndrangheta.

Le implicazioni di queste condanne, sia per Pittelli che per l’immagine della magistratura e della professione legale, sono di vasta portata.
Il processo d’appello per la precedente condanna rappresenterà una fase cruciale per il futuro legale del penalista e per la possibilità di una rivalutazione dei fatti.
La vicenda solleva, inoltre, un dibattito necessario e urgente sulla necessità di rafforzare i controlli e le verifiche a carico dei professionisti forensi, al fine di prevenire e sradicare infiltrazioni criminali all’interno del sistema giudiziario.
L’intero caso “Mala Pigna”, con le sue ramificazioni e le nuove rivelazioni, continua a rappresentare una ferita aperta nel tessuto sociale e politico della Calabria, e un campanello d’allarme per l’intero Paese.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
Sitemap