Nel cuore del Novarese, a Divignano, un’indagine dei Carabinieri Forestali ha portato alla luce una situazione allarmante: un’abitazione trasformata in una vera e propria discarica abusiva di veicoli fuori uso, sollevando interrogativi cruciali sulla gestione dei rifiuti e sulla responsabilità individuale.
L’uomo, ora formalmente denunciato, si è reso protagonista di un accumulo illecito di automezzi dismessi, un fenomeno che va ben oltre la semplice violazione di una norma ambientale.
La scoperta, avvenuta durante un’ordinaria attività di controllo del territorio, ha rivelato un panorama desolante: automobili, furgoni e altri veicoli, ancora muniti di targhe, ammassati in modo disordinato insieme a ingombranti cumuli di rifiuti di varia natura.
Questo scenario non è un caso isolato, ma riflette un problema più ampio legato alla cultura dello smaltimento e alla mancanza di consapevolezza in merito alle corrette procedure di rottamazione.
Le automobili, presumibilmente ritirate in maniera informale, non sono state sottoposte alle procedure di rottamazione previste dalla legge.
Questa omissione, oltre a configurare un reato ambientale, comporta una serie di conseguenze negative.
La presenza di rottami di veicoli abbandonati rappresenta un pericolo per l’ambiente, in quanto i materiali inquinanti contenuti nei veicoli (oli esausti, liquidi refrigeranti, batterie, ecc.
) possono contaminare il suolo e le acque sotterranee.
Inoltre, la discarica abusiva costituisce un rischio per la salute pubblica, favorendo la proliferazione di insetti e roditori, e diminuendo il valore estetico del territorio.
L’inchiesta è ora orientata a effettuare accertamenti amministrativi nei confronti dei proprietari dei veicoli, al fine di verificare le ragioni per cui non sono stati rottamati secondo le normative vigenti.
Questo aspetto evidenzia come la responsabilità non ricada unicamente sull’individuo che ha accumulato i veicoli, ma anche su coloro che, in qualità di proprietari, hanno omesso di adempiere ai propri obblighi.
La promessa di smaltimento e bonifica dell’area da parte del proprietario dell’immobile rappresenta un primo passo verso la riqualificazione del territorio.
Tuttavia, l’episodio solleva interrogativi più ampi sulla necessità di rafforzare i controlli, aumentare la sensibilizzazione dei cittadini sull’importanza della corretta gestione dei rifiuti e promuovere pratiche di economia circolare che incentivino il riciclo e il riutilizzo dei materiali.
La vicenda di Divignano si configura, quindi, come un campanello d’allarme per un sistema che richiede un ripensamento profondo, volto a coniugare tutela ambientale, legalità e responsabilità sociale.