Un episodio emblematico ha recentemente interrotto la quiete della Stazione Ferroviaria di Santa Lucia, a Venezia, rivelando la persistente sfida rappresentata dalla criminalità predatoria che mira ai flussi turistici.
I Carabinieri, impegnati in un’attività di prevenzione mirata, hanno intercettato e arrestato un gruppo di tre individui – due donne e un uomo – originari di Romania, privi di fissa dimora e dediti alla sottrazione di beni personali.
L’operazione, condotta da militari in borghese per massimizzare l’efficacia del controllo e minimizzare l’impatto sulla fluidità del traffico di persone, ha evidenziato una modalità operativa consolidata.
Il gruppo, appositamente selezionato per mimetizzarsi tra i viaggiatori, si è inserito tra i passeggeri in attesa di imbarco, ostentando un comportamento che simulava quello di un normale turista, pur evitando di acquistare i titoli di viaggio.
Questa tattica, volta a non destare sospetti e a creare un ambiente di familiarità, ha permesso loro di avvicinarsi agevolmente alle potenziali vittime.
La sottrazione è avvenuta con rapidità e coordinazione: una delle donne, protetta dai complici, si è avvicinata ad una turista proveniente dagli Stati Uniti, approfittando di un momento di distrazione per accedere allo zaino della donna e sottrarre un borsello contenente denaro contante, documenti di identità e carte di pagamento.
La prontezza dei Carabinieri, che osservavano la scena con particolare attenzione, ha permesso di bloccare immediatamente i responsabili e recuperare la refurtiva, evitando che la vittima subisse ulteriori disagi e perdite.
Uno degli indagati, nel tentativo disperato di eludere l’arresto, ha opposto resistenza agli agenti, venendo formalmente accusato anche di resistenza a pubblico ufficiale, aggravando ulteriormente la sua posizione giuridica.
Al termine dell’udienza di convalida, le due donne sono state condannate a una pena detentiva di quattro mesi e al pagamento di una sanzione pecuniaria di 100 euro, mentre l’uomo ha ricevuto una condanna più severa, pari a sei mesi di reclusione.
Questo episodio si inserisce in un contesto più ampio di attività criminale che affligge la città di Venezia.
I dati ufficiali dell’Arma dei Carabinieri lagunare testimoniano un incremento significativo della criminalità predatoria, con 21 arresti per borseggio dall’inizio dell’anno e 25 persone denunciate.
Inoltre, 12 cittadini stranieri, provenienti da diverse nazioni, sono stati identificati e espulsi dal territorio nazionale.
Questi numeri riflettono la necessità di un impegno continuo e coordinato da parte delle forze dell’ordine, delle istituzioni e della comunità locale per garantire la sicurezza e la serenità dei flussi turistici, preservando al contempo l’immagine e il patrimonio culturale della città.
La lotta contro la microcriminalità, in particolare, richiede strategie preventive mirate, un rafforzamento della presenza delle forze dell’ordine nei luoghi più frequentati e una maggiore sensibilizzazione dei turisti sui rischi e sulle precauzioni da adottare.