lunedì 6 Ottobre 2025
12 C
Firenze

PSA in Toscana: Nuovo Focolaio a Lucca, Emergenza Zootecnica

La rilevazione di un primo caso positivo di Peste Suina Africana (PSA) in una carcassa di cinghiale, localizzata a Piazza al Serchio, provincia di Lucca, segna un momento critico per la sanità zootecnica toscana e nazionale.
La conferma, comunicata dalla ASL Toscana Nord Ovest, introduce un nuovo capitolo nella gestione di un’emergenza che ha già profondamente colpito il territorio italiano dal gennaio 2022.

Il focolaio, precedentemente localizzato nel comune di Zeri, Lunigiana, estende ora la sua presenza alle Garfagnana, ampliando la zona di rischio e richiedendo un’intensificazione degli sforzi di controllo e contenimento.

La PSA, malattia virale altamente contagiosa che colpisce i suidi, rappresenta una seria minaccia non solo per gli allevamenti professionali, con potenziali ripercussioni economiche devastanti, ma anche per la fauna selvatica, alterando gli equilibri ecosistemici e compromettendo la biodiversità.

La sua elevata trasmissibilità, associata alla capacità del virus di persistere nell’ambiente per lunghi periodi e di essere veicolato da diversi fattori, tra cui insetti e contaminazione del suolo, rende la sua eradicazione estremamente complessa.

L’approccio alla gestione della PSA si fonda su una strategia multiforme, che integra misure di biosicurezza, controllo della popolazione di suidi selvatici, restrizioni delle attività venatorie e implementazione di barriere fisiche.
L’attuazione di protocolli di biosicurezza rigorosi negli allevamenti suini è cruciale per prevenire l’introduzione del virus in strutture zootecniche.

Parallelamente, l’abbattimento mirato di suidi selvatici, seppur eticamente sensibile, si rivela necessario per ridurre la riserva virale e interrompere le catene di trasmissione.

La limitazione temporanea delle attività venatorie nelle aree a rischio contribuisce a minimizzare il rischio di diffusione accidentale del virus durante la movimentazione degli animali.
Infine, la creazione di barriere fisiche, come recinzioni elettrificate, può rallentare la dispersione della malattia, ostacolando la migrazione dei cinghiali e limitando il contatto con aree non infette.

La risposta all’emergenza PSA richiede una collaborazione sinergica tra diversi attori istituzionali e socio-economici.

La Regione Toscana, in coordinamento con la struttura commissariale del Ministero della Salute, guida l’azione, supportata dal servizio veterinario della ASL, dalla Polizia Provinciale, dall’ATC-Ms13, dalle organizzazioni venatorie e dalle associazioni agricole.

Questa cooperazione multidisciplinare è essenziale per garantire un’azione tempestiva, efficace e coordinata, capace di mitigare l’impatto della malattia e proteggere la filiera suina italiana.
La sorveglianza attiva, l’analisi dei dati epidemiologici e la comunicazione trasparente con la popolazione sono elementi fondamentali per un approccio proattivo e basato sull’evidenza scientifica.
Il futuro della zootecnia toscana e la tutela del patrimonio faunistico dipendono dalla capacità di affrontare questa sfida con determinazione e competenza.

- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -
- pubblicità -