Nel panorama economico veneto del 2025, si delineano traiettorie di crescita e sfide complesse, delineate dall’Ufficio Statistica regionale.
Le previsioni indicano un incremento del Prodotto Interno Lordo (+1%), sostenuto da una ripresa dei consumi familiari (+0,9%) e da un consolidamento degli investimenti fissi lordi (+2,4%).
Questo scenario positivo, tuttavia, si incrocia con segnali di rallentamento nell’export, che registra una contrazione dell’1,3% (-544 milioni di euro rispetto al primo semestre del 2024), un impatto amplificato rispetto alla media nazionale (+2,1%).
Tale flessione è interpretata come una diretta conseguenza delle crescenti tensioni geopolitiche che destabilizzano i mercati internazionali, evidenziando la vulnerabilità dell’economia veneta di fronte a fattori esterni.
Il settore turistico, tradizionalmente motore di sviluppo, mostra una resilienza notevole, con dati di arrivi e presenze che superano i livelli pre-pandemici del 2019.
Nonostante ciò, si osservano leggere riduzioni rispetto ai vertiginosi picchi del 2024, anno che resta un punto di riferimento per il settore.
La forza lavoro veneta si presenta in una condizione di relativa stabilità, con alti livelli di occupazione e bassi tassi di disoccupazione (3,1%).
Un lieve calo dell’occupazione nel secondo trimestre del 2025, accompagnato da un aumento dei richiedenti lavoro (+14,4%), suggerisce una possibile polarizzazione del mercato, con nuove difficoltà nell’inserimento o reinserimento professionale.
Un’analisi più approfondita rivela che il 12,4% della popolazione veneta si trova ancora a rischio di povertà o esclusione sociale, un dato inferiore alla media nazionale e europea, ma comunque superiore ai livelli più favorevoli raggiunti nel 2019.
Questa persistente vulnerabilità sociale sottolinea la necessità di politiche mirate a rafforzare la coesione e a ridurre le disuguaglianze.
Le dinamiche demografiche ed infrastrutturali si traducono in un alto grado di pendolarismo (80,9% della popolazione), sebbene si registri una diminuzione del tempo medio dedicato agli spostamenti quotidiani, da 54 a 50 minuti.
La prevalenza dei mezzi di trasporto a motore (76,3%) evidenzia un’area di intervento cruciale per la transizione verso una mobilità più sostenibile, incentivando l’uso della mobilità dolce (biciclette, pedoni) che detiene una quota ancora limitata (23,7%).
Infine, la qualità dell’aria nelle città venete, monitorata attraverso i livelli di PM10, mostra progressi lenti ma tangibili nel corso degli anni, pur rimanendo al di sopra delle soglie raccomandate.
L’evoluzione dal 2004 al 2024 segnala un percorso in divenire, che richiede un impegno continuo per mitigare l’inquinamento e tutelare la salute pubblica, in un contesto di crescente consapevolezza ambientale.