Le cicatrici dei conflitti armati, troppo spesso dimenticate o relegati a echi lontani, si riaffacciano con insistenza nel panorama globale, insanguinando territori geograficamente prossimi e culturalmente interconnessi con il nostro.
La loro presenza non è un mero dettaglio statistico, ma una dolorosa constatazione della fragilità dell’ordine internazionale e della precarietà della convivenza pacifica.
A ottant’anni dalla nascita delle Nazioni Unite, un’istituzione nata nel solco di un mondo devastato dalla guerra, l’ideale di pace universale non può essere più una nobile aspirazione, bensì un imperativo categorico, un obiettivo imprescindibile che deve animare l’agire della comunità internazionale.
Questa non è un’impresa delegabile, un onere da scaricare su organizzazioni specializzate o nazioni più potenti.
È una responsabilità condivisa, un dovere che coinvolge ciascuno di noi, dalle istituzioni ai singoli cittadini.
Evadere da questo impegno significa negare la lezione della storia, rinunciare alla speranza di un futuro migliore per le generazioni a venire.
La XII Conferenza Italia America Latina e Caraibi rappresenta un’occasione cruciale per riaffermare questo principio, per rinsaldare i legami tra i nostri continenti, basati non solo su rapporti commerciali o politici, ma su valori comuni di giustizia, solidarietà e rispetto dei diritti umani.
L’America Latina, con la sua storia travagliata, la sua resilienza e la sua ricchezza culturale, può offrire al mondo una prospettiva unica sulla necessità di costruire ponti, di superare le divisioni e di promuovere un dialogo costruttivo tra civiltà diverse.
La pace non è semplicemente l’assenza di guerra; è un processo complesso e dinamico che richiede impegno costante, investimenti in educazione, promozione dello sviluppo sostenibile, rafforzamento delle istituzioni democratiche e tutela dei diritti fondamentali.
Richiede, soprattutto, una profonda trasformazione culturale, una capacità di mettersi nei panni degli altri, di comprendere le loro sofferenze e le loro aspirazioni.
Il silenzio, l’indifferenza, la rassegnazione sono i veri nemici della pace.
È necessario dare voce a chi non ne ha, sostenere le iniziative di pace, promuovere la cultura del dialogo e della tolleranza.
La sfida è ardua, ma non insormontabile.
Richiede coraggio, determinazione e una rinnovata fiducia nel potenziale dell’umanità.
Ottant’anni dalle Nazioni Unite ci chiamano a questa rinascita, a questa riconquista della speranza.