Nelle Marche, il panorama dell’assistenza sociale si configura in evoluzione, con un incremento significativo – attestato al 9% – nel numero di nuclei familiari che percepiscono l’Assegno di Inclusione (Adi), misura introdotta a sostituzione del Reddito di Cittadinanza.
I dati Inps del 2024 rilevano 7.920 famiglie beneficiarie, equivalenti a 15.895 individui, un aumento tangibile rispetto ai 15.223 nuclei assistiti attraverso il Reddito di Cittadinanza nel 2023.
Proiezioni per il primo semestre del 2025 indicano un ulteriore incremento, con 8.026 nuclei e 15.849 persone coinvolte.
Tuttavia, l’analisi geografica dell’erogazione dell’Adi rivela disparità territoriali marcate.
La concentrazione dei beneficiari è fortemente legata ai centri urbani e alle aree metropolitane – Ancona, Pesaro, Civitanova, Fermo, Ascoli –, evidenziando una correlazione tra offerta di servizi e accesso all’assistenza.
Al contrario, le aree interne, caratterizzate da una rete di supporto sociale e occupazionale meno sviluppata, presentano una popolazione beneficiaria con una maggiore età media, un’incidenza più elevata di nuclei familiari monocomponenti e un importo medio dell’Adi inferiore rispetto alla media nazionale (609 euro contro i 669 nazionali).
Questa differenza suggerisce una maggiore fragilità e una minore capacità di inserimento lavorativo in queste aree, dove i servizi di orientamento e formazione potrebbero essere cruciali.
Parallelamente all’Adi, il Supporto per la Formazione e il Lavoro (Sfl) ha coinvolto, nel 2024, 1.145 beneficiari marchigiani, con un’erogazione media di 6,4 mensilità.
Nel periodo gennaio-giugno 2025, il numero si è ridotto a 941, con 3,4 mensilità erogate.
La distribuzione di genere rivela una prevalenza maschile (57%) rispetto a quella femminile (43%), mentre la fascia d’età più rappresentata è quella tra i 45 e i 59 anni (41%), seguita da quella tra i 30 e i 44 anni (33%).
Questo dato potrebbe indicare una difficoltà di reinserimento lavorativo per individui con anzianità lavorativa e competenze potenzialmente obsolete, che richiedono percorsi di aggiornamento professionale mirati.
La Uil Marche, nell’interpretare questi dati, sottolinea come la povertà nella regione non rappresenti un fenomeno transitorio, ma si configuri come una sfida strutturale e multidimensionale.
La sindacato invita pertanto a un investimento strategico in politiche attive per l’occupazione, con particolare attenzione ai giovani e alle donne, categorie ancora penalizzate.
Si richiede una sinergia operativa tra Regione, Comuni, Centri per l’Impiego e le parti sociali per tradurre l’assistenza in un percorso di reale empowerment della persona, promuovendo non solo la sussistenza, ma anche lo sviluppo di competenze e l’accesso a opportunità lavorative sostenibili.
Un approccio integrato e personalizzato, che tenga conto delle specifiche esigenze e potenzialità dei beneficiari, appare quindi essenziale per affrontare efficacemente la sfida della povertà nelle Marche.







